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CdS-Stadio - Vanoli rifà la Fiorentina. Svolta tattica: 4-3-2-1, già sabato

La Fiorentina cambia veste tattica. Ora è il momento della svolta. Vanoli passa alla difesa a quattro

La Fiorentina di Vanoli è la Fiorentina di Pioli che era quella all’inizio di Palladino. Il momento della svolta è arrivato, scrive il Corriere Dello Sport Stadio

Già sabato a Reggio Emilia e non solo per la squalifica di Pongracic che in linea teorica di per sé sarebbe facilmente compensabile inserendo Comuzzo accanto a Pablo Marí eRanieri per mantenere la schieramento a tre dietro, forse con la Dinamo Kiev giovedì 11, ma ormai le prove fatte in questi giorni al Viola Park in mezzo a tutto il resto avranno presto un’applicazione pratica: partendo proprio dalla modifica sostanziale della linea arretrata e portandola a quattro, che da più parti viene indicata come la soluzione naturale e quasi obbligata di fronte alle reiterate incertezze in fase difensiva che hanno prodotto ben 21 gol al passivo (peggio ha fatto solo il Torino con 23). Linea a quattro a protezione di De Gea e poi tutto il resto che non è meno importante, perché oltre che di maggior solidità la Fiorentina ha bisogno anche di più qualità per sostenere Kean e migliorare il rendimento offensivo fermo adesso ad appena 10 gol (peggio in questo caso soltanto Verona con 8 e Parma con 9). 
 
4-3-1-2 O 4-3-2-1. Va escluso il 4-2-3-1non essendoci in rosa esterni offensivi di ruolo dopo la scelta tecnica e di mercato della scorsa estate, così diventano due le soluzioni possibili e difatti Vanoli ci ha messo mano evitando però di modificare subito la squadra nella struttura in modo così radicale: 4-3-2-1 che si può trasformare in rombo nel mezzo e aumentando il peso là davanti. Dodo e Gosens tornano a fare i terzini come con Palladino non escludendo alter ego che si chiamano Fortini e Parisi, i centrali da tre passano a due con preferenza alla coppia Pongracic-Ranieri, e la rivoluzione soft - ma non troppo - continua a centrocampo dove è necessaria una scelta netta e decisa sul regista, con preferenza in questo caso a Nicolussi Caviglia per distaccarsi da Fagioli playmaker con Pioli per più partite, ad esempio, ruolo non adatto all’ex Juventus e lì riproposto anche da Vanoli. Rimangono due mezzali, che sono Mandragora e Sohm, infine l’attacco con due trequartisti e qui torna in ballo lo stesso Fagioli (Fazzini o Dzeko in versione 10 in alternativa) accanto a Gudmundsson per lasciare unico ma non solitario attaccante Kean: la formula migliore per mettere il centravanti nelle condizioni di avere tanti palloni e meno avversari tra i piedi. 

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