Fagioli continua a deludere. Ma la Fiorentina deve ritrovarlo. E il giocatore stesso deve ritrovare se stesso
Gudmundsson primo, Fagioli secondo. Era la classifica dei desiderata sui calciatori da riscattare a inizio estate e poco importa se quello che riguardava il centrocampista ex Juventus fosse diventato obbligatorio («Ma l’avremmo riscattato comunque», ha avuto modo di dire Pradè) al raggiungimento di una competizione europea da parte della Fiorentina. Tredici milioni di euro nelle casse bianconere e Nicolò Fagioli di proprietà viola per intero. E tutti felici e contenti. Dopo un mese e mezzo della nuova stagione Fagioli e Gud sono in cima alla classifica delle delusioni, scrive il Corriere Dello Sport Stadio.
FAGIOLI. Fagioli continua ormai ad essere relegato in panchina da Pioli: mezz’ora in Fiorentina-Como, campo nemmeno visto contro Pisa e Roma. Nel mezzo ci sono stati i 90’ contro il Sigma Olomouc che nulla hanno spostato, perché Fagioli, impiegato ancora da regista in quel caso tra Mandragora e Ndour, non ha dato segnali di crescita in una delle poche occasioni favorevoli per la formazione di Pioli e davanti a un avversario davvero modesto per caratura tecnica e contenuti di gioco. Sarà un caso o più probabilmente no, la panchina all’Arena Garibaldi che aveva preceduto il Sigma si è ripetuta tre giorni più tardi al Franchi e in pratica Fagioli è arrivato alla sosta con 4 presenze e 228’ in campionato più 3 presenze e 270’ in Conference League. Senza gol, senza assist, soprattutto senza lasciare tracce di sé.
RECUPERO. E invece questo è il momento di recuperarlo, di dargli un ruolo preciso che non sia quello da regista puro o quello da mediano in un centrocampo a due: l’arrivo di Nicolussi Caviglia – che del playmaker conosce movimenti, tempi e posizione – era stato salutato come un toccasana per Fagioli, però i due insieme non hanno mai giocato se non nella mezz’ora sopracitata con il Como per provare a cambiare una Fiorentina improvvisata fino a quel punto in un inedito e inefficace 4-4-2. Questo è il momento di intervenire a fondo su tutti gli aspetti possibili per ridare a Fagioli certezze e fiducia, consapevolezza e autodeterminazione, sfruttando a dovere la pausa della Serie A che lo tiene a Firenze e al Viola Park. Certo, tocca a lui in primis togliersi di dosso l’atteggiamento timido, quasi rassegnato a un calcio banale lui che tutto è tranne che un calciatore banale, per indossare se non i panni del super eroe almeno quelli del talento in grado di fare la differenza. Da mezzala, libero di testa e di dover pensare a costruire l’azione con compiti e consegne che evidentemente l’hanno condizionato, libero di esprimere l’inventiva che gli appartiene per doti naturali mettendole al servizio dei compagni nei trenta metri finali con obiettivi l’area e la porta avversaria. Ne ha bisogno Nicolò di tornare ad essere Fagioli, ne ha bisogno la Fiorentina di Fagioli, specie se Pioli dovesse decidere di ripartire dal solo Kean là in attacco per esaltare le caratteristiche del centravanti violazzurro: qualità al potere per esaltare il numero 20 e la squadra viola.
Di
Redazione LaViola.it