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CdS- Gravina: «Riforma campionati deve essere radicale, non solo Serie A a 18 sì o no»

Le parole del presidente della Figc Gabriele Gravina sulla Nazionale e sulle difficoltà del calcio italiano

Parla così Gabriele Gravina, presidente della Figc, al Corriere Dello Sport: «Sui giovani si lavora su meno tattica e più tecnica, questo l’obiettivo. Dobbiamo liberare l’estro. I bambini si annoiano, vogliono giocare, gli allenatori tendono a ingabbiarli negli schemi già in tenera età. Bisogna creare dei formatori. Chi punta al risultato non può lavorare nell’attività di base. Diverso sarebbe affidando i ragazzi a degli specialisti della formazione».  
 
Ma le società di Serie A sono antagoniste della Nazionale? «Oggettivamente lo sono, anche se involontariamente. Ogni club guarda al proprio tornaconto»La riforma dei campionati è in agenda? «Prima di marzo dobbiamo aprire il tavolo. La riforma dovrà essere radicale. In Italia abbiamo 100 società professionistiche rispetto alle 92 dell’inghilterra, che ha due livelli di professionismo. Nella nostra Serie B il 35% del turnover surriscalda il sistema e lo indebita. Il concetto di mutualità tra le leghe ha una percentuale altissima in termini di divario. Non può ridursi tutto a “Serie A a 18 sì o no”. Serve il consenso di tutte le leghe». 
 
Gattuso chi l’ha scelto, lei o Buffon?  «Nel Club Italia il dialogo è costante. A marzo 2025 avevamo già contattato Rino per coinvolgerlo: gli avrei affidato l’Under 21. Avremmo voluto a bordo anche Baldini. Così quando c’è stata l’occasione li abbiamo chiamati entrambi».  È vero che Roberto Mancini si era proposto per tornare? «È vero. Ci ho parlato. Aveva dato la sua ampia disponibilità». Spalletti andava esonerato prima di Norvegia-Italia? «Io non l’avrei mandato via neanche dopo». 

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