I viola continuano a faticare contro le medio-piccole: senza un cambio di mentalità, l’Europa rischia di sfumare
“Torni la prossima volta e si prepari meglio, grazie“. Sperava la Fiorentina, a questo punto della stagione, di avere tutto in regola per potersi presentare all’esame di maturità e ottenere i voti necessari per passarlo. I sette punti conquistati nel giro di quattro scontri da brividi (Napoli, Juventus, Atalanta e Milan) avevano concesso a Raffaele Palladino e ai suoi la possibilità di potersi ripresentare all’appuntamento più importante della stagione. Quello che manca per fare lo step definitivo e sfatare un tabù che condiziona (e non poco) la classifica dei viola. Contro il Parma, primo di tre incontri contro squadre che militano dalla decima posizione in giù, c’erano tutti i presupposti per poter invertire un trend non certo positivo. E invece è arrivato un altro pareggio, altri due punti persi sulla strada verso l’Europa e al termine di una prestazione tutt’altro che incoraggiante. Il coraggio, appunto. Principalmente è mancato questo alla Fiorentina. Coraggio nelle scelte, coraggio nel poter modificare in corso d’opera, magari provando ad alzare un baricentro rimasto fin troppo equilibrato.
Le parole di Citterio e un’altra occasione persa
“Non è un’occasione persa, abbiamo comunque mosso la classifica ed è ancora tutto aperto“, dice a fine gara Stefano Citterio, il vice di Palladino che era in tribuna causa squalifica. Dichiarazioni che non mi trovano d’accordo. Smuove la classifica una formazione alle prese col rischio di non dover sprofondare, non una squadra che ha bisogno di punti per tornare a essere protagonista nel gruppo che conta specie in un turno in cui gli scontri diretti avrebbero potuto avvantaggiare Kean e compagni. Ma c’è un altro passaggio nelle affermazioni di Citterio che mi ha fatto riflettere, ulteriormente. Quando spiega il non ingresso di Zaniolo (tra l’altro squalificato in Conference) nel finale di partita: “È chiaro che giocatori come Zaniolo possono sempre essere utilizzati ma non volevamo sbilanciarci troppo: non volevamo rischiare di prendere gol se ci fossimo sbilanciati troppo“. Paura di prendere il gol, più che ambizione di volerlo conquistare. La sensazione è stata questa, anche a guardare la classifica. Questione di mentalità.
Stessa media punti con le grandi che con le medio piccole
I punti persi in questo modo sono ormai davvero tanti. E incidono su una classifica che poteva tornare a farsi bella e che invece adesso vede i viola in ottava posizione a sole due lunghezze dal Milan nono. Dal tuffo nel club europeo, dove per larghi tratti della stagione la Fiorentina ha albergato, alle soglie di una porta che rischia di farsi sempre più piccola. Prestazioni e notti da sogno contro le big del torneo, enormi delusioni e amarezze contro quelle squadre che avrebbero potuto lanciare i viola in alto. I numeri non mentono: fin qui la Fiorentina ha ottenuto 23 punti in 14 gare contro le squadre dalla nona posizione in su (con successi da ricordare contro Atalanta, Juventus, Inter, Milan, Roma, Lazio) mettendo a referto una media di tutto rispetto di 1.64 a gara. Ma contro le formazioni dalla decima posizione in giù, compreso il Parma, i viola hanno totalizzato soltanto 30 in 18 contro gare con una media punti di 1.66 a partita. Davvero troppo poco. Ma soprattutto, davvero minimo se non impercettibile lo scarto tra le due categorie. Nessuno strappo, nessun’accelerazione che era lecito attendersi per chi ambisce a fare il grande salto.
Tutto ancora aperto ma serve un cambio di mentalità
E qui arriviamo all’ultima analisi. Al netto delle dichiarazioni di Citterio, che non mi trovano d’accordo (penso si sia intuito), è quanto visto sul campo che non convince. Forse è proprio questo che sta mancando ai viola, ovvero un salto di qualità a livello mentale che dovrebbe spingere la Fiorentina ad affrontare le medio piccole con molto più coraggio. Provando a fare la gara, a prendere il pallino del gioco in mano, ad alzare il baricentro anche a costo di doversi sbilanciare un po’ in alcuni frangenti della gara. Come nei minuti finali, quando invece che togliere Gudmundsson (capace di un guizzo in ogni momento) magari si poteva aggiungere e non soltanto sottrarre a impatto zero. Un gran peccato, a giudicare da quanto visto e dall’unica occasione capitata sui piedi del solito Moise Kean. Niente è perduto, tutto ancora aperto sia in campionato che in Conference. Ma a Cagliari servirà un altro atteggiamento per una Fiorentina che voglia davvero puntare in alto.
Di
Matteo Dovellini