Un giocatore involuto, pagato 15 milioni e troppe poche volte incisivo (e decisivo). Anche contro la Juve un’altra prova anonima
Secondo tempo, Fiorentina sotto di un gol. Da un calcio d’angolo a sfavore si apre lo spazio per un contropiede pericoloso. Jonathan Ikoné parte palla al piede, passa la metà campo, si ferma, perde un tempo di gioco, favorisce il ritorno di un avversario e poi scivola, innescando una nuova chance per la Juventus. Ecco, la prestazione dell’ex Lille a Torino è tutta in questa fotografia: un “vorrei ma non ce la faccio” che lo ha accompagnato per tutti i 65 minuti che ha giocato. Così scrive La Repubblica.
FUORI DAL GIOCO. Ikoné è stato schierato a sinistra nel tridente con Kouame e Gonzalez ma non è mai riuscito a essere pericoloso, neppure nei tiri prova durante il riscaldamento quando ha provato sia di forza che di precisione non centrando mai la porta. Qualche spunto, qualche tocco ma sempre la sensazione di essere fuori dal gioco. Italiano chiedeva agli esterni di venire dentro al campo per rompere la linea di pressing della Juventus, Ikoné non l’ha mai fatto. E non ha mai trovato la scintilla giusta per aprire una difesa bianconera che sembrava tutt’altro che irresistibile.
LA REAZIONE DI ITALIANO. La mimica di Italiano alle sue giocate è stata emblematica: mani aperte, sbuffi, sguardi verso i collaboratori per cercare conforto da un giocatore dal quale si aspettava di più. Non solamente in zona gol ma in tutta la manovra. L’anno scorso nella semifinale d’andata di Coppa contro la Juve si era messo in mostra con una bella serpentina fermata solo da un palo clamoroso, ad oggi però è un giocatore involuto, incapace di trovare continuità. Tra alcune buone prestazioni, gol belli come quelli con l’Inter e preoccupanti blackout. Come in questo 2023 in cui, oltre al gol in Coppa con il Torino, le prestazioni in campionato sono andate al di sotto della sufficienza. Decisamente troppo poco per un acquisto da 15 milioni di euro.
Di
Redazione LaViola.it