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Soliti pregi e difetti, e zero progressi. Annata da dimenticare per Drago. Ieri ultima da viola?

Dragowski

Soliti pregi e difetti evidenziati da Dragowski, ma soprattutto zero progressi. Annata da dimenticare. Ieri ultima da calciatore della Fiorentina?

Come un attaccante può sbagliare un gol, un portiere può sbagliare un intervento. Nel secondo caso, tuttavia, l’errore sa molto di sentenza. Fa parte del gioco, soprattutto del ruolo. Se tali errori si ripetono, però, vuol dire che qualcosa non funziona.

(SOLITI) PREGI E DIFETTI. Anche contro la Juventus, Dragowski ha evidenziato pregi e difetti del suo repertorio. Bravo nell’esplosività sul tiro ad incrociare di Vlahovic, bravissimo nel restare in piedi fino all’ultimo nell’uno contro uno sempre con Vlahovic, disastroso nel leggere i tempi dell’uscita sul cross che porta al gol di Bernardeschi. Più o meno le stesse doti e gli stessi limiti di sempre, dunque.

2022. Se nello scorso campionato era stato più e più volte decisivo per la salvezza che la Fiorentina ha rimediato in extremis, in questa stagione Dragowski non ha mai fatto intravedere progressi nei suoi punti deboli. Come uscì male alla prima giornata a Roma, beccandosi il rosso, fece anche a Napoli in Coppa Italia dopo mesi di assenza per infortunio, denotando delle difficoltà nelle letture preventive che Italiano chiede ai suoi portieri, spesso chiamati a fare il difensore aggiunto. Uscite diverse, ovviamente, rispetto a quella errata contro la Juventus, ma non è la prima volta che accade. A Napoli sbagliò quasi tutti i passaggi in fase di impostazione, altra peculiarità che Italiano esige dai propri estremi difensori. Molto bene, invece, nell’uno contro uno con Koopmeiners tra i pali contro l’Atalanta in campionato, così come a tu per tu col serbo a Torino. Nulla di nuovo, dunque.

AL RIENTRO. Il portiere? In Coppa si cambiava, lo avevamo detto, nulla di sorprendente”, ha detto Italiano al fischio finale della gara contro la Juventus. All’andata, tuttavia, erano entrambi a disposizione, ma giocò Terracciano. Tra le motivazioni con cui venne ‘spiegata’ la brutta prova di Dragowski a Napoli, molti addetti ai lavori sottolinearono le difficoltà per un portiere nel prendere pronti via le misure, sia sulle uscite che sui passaggi, dopo un lungo periodo di assenza. Al rientro con l’Atalanta, tuttavia, non fu così disastroso l’impatto del polacco, nonostante fosse rimasto in panchina per un mese proprio dopo la serataccia del Maradona.

ADDIO. Domenica a Salerno tornerà tra i pali Terracciano. Le gerarchie di inizio stagione sono state invertite, e la gara di Torino ha confermato che in questo momento il portiere italiano dà più garanzie di quello polacco. A fine anno, inoltre, Dragowski andrà verso la (sempre più probabile) cessione. Il suo contratto scade nel 2023, con dei margini di trattativa per il rinnovo mai vicini tra domanda ed offerta. Quella dello Stadium, dunque, potrebbe essere l’ultima sua apparizione in maglia viola, salvo necessità.

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