Partenza lanciata di mercato, la permanenza dei big e tanto lavoro con Pioli. Ora l’obiettivo è completare (bene) la squadra
“La Fiorentina non è mai stata così al completo in ritiro”, si diceva fino a luglio. Gli arrivi di Dzeko, Fazzini e Viti, soprattutto il rinnovo di De Gea, la permanenza di Gosens, il riscatto di Gudmundsson, i sorrisi di Dodo. Poi l’acquisto di Sohm, pedina preziosa per il centrocampo. È vero, Pioli ha potuto lavorare con una buona base di ‘Fiorentina vera’ fin dai primi giorni. Intorno al 70%, secondo le indicazioni del tecnico. Ora però è tempo di inserire quel 30% mancante. Di completare questa squadra, per un rush finale di mercato che dirà molto sulle ambizioni della Fiorentina.
DA COMPLETARE. Alzare un trofeo, costruire un gruppo che possa inserirsi in zona Champions. Asticella che si è alzata fin dai primi giorni al Viola Park, e nessuno si è nascosto. Del resto, i segnali sono stati fin da subito positivi, tanto da convincere anche gran parte dei tifosi, a poche settimane dalle contestazioni feroci di maggio. È un agosto diverso da tanti altri. La Fiorentina non è da fare (pensate ad un anno fa di questi tempi…), ma è da completare. E da quel 30% passa tanto, specie se l’ambizione è di giocare una sessantina di partite in stagione. Il rischio altrimenti è di fare come lo scorso anno, con diversi ottimi giocatori ma una rosa incompleta che ha poi compromesso tutto (o tanto, comunque) nei momenti decisivi. Due le priorità: un esterno destro e un centravanti. Un vice Dodo e un vice Kean, insomma. Già, come 12 mesi fa, come a gennaio scorso. E davanti Pioli vorrebbe non proprio una riserva, ma una punta che possa far rifiatare Moise (ma anche giocare con lui) garantendo competitività. Non a caso il profilo di Piccoli non è ancora tramontato, soprattutto se il Cagliari alla fine decidesse di aprire anche a formule diverse rispetto al titolo definitivo (in Sardegna chiedono comunque ancora 25-30 milioni, ma le prime uscite hanno confermato come l’attacco di Pisacane sia già coperto per un’eventuale cessione della punta).
CENTROCAMPO E ATTACCO. La Fiorentina riuscirà ad alzare il livello con gli ultimi 13 giorni di mercato? È la grande sfida di Pradè e Goretti, in sinergia con Pioli. Là davanti gli arrivi potrebbero anche essere più di uno, specie se Beltran decidesse di accettare una cessione remunerativa per il club (come poteva essere quella al Flamengo, ma anche dalla Russia mettono sul piatto cifre non da poco). In mezzo al campo saranno i giorni in cui si dovrà capire il futuro di Mandragora: distanza non abissale sulle cifre per il rinnovo, rapporti buoni… eppure serve venirsi incontro tra le parti per una fumata bianca. Ma se uscisse Richardson (che ha mercato) potrebbe arrivare anche un altro centrocampista. La sintesi di tutto potrebbe essere quel Lorenzo Pellegrini già accostato più volte negli anni alla Fiorentina. Piace da tempo ai dirigenti viola e in particolare a Pradè, ha il contratto in scadenza tra un anno, la Roma lo cederebbe volentieri a cifre non elevate (8-10 milioni, forse anche meno). Il giocatore, che ha saltato il ritiro fin qui per problemi fisici, vorrebbe giocarsi le ultimissime chance di convincere Gasperini, ma i giallorossi, che hanno bisogno di soldi per rinforzare l’attacco, non disdegnerebbero un addio. Il nodo, però, sarebbe soprattutto per l’ingaggio, attualmente da 3,5 milioni a stagione più bonus. Ma Pellegrini, che a Roma ha vissuto un’ultima stagione complicatissima, sarebbe un giocatore che tecnicamente farebbe sì alzare il famoso livello della squadra. A centrocampo o sulla trequarti, un jolly mica da poco.
DIFESA. E poi attenzione alla difesa. Dove Pablo Marì ha mercato sia sul fronte Olympiakos, che in Spagna e in Italia (Sassuolo). Dove Comuzzo ha sempre parecchi estimatori soprattutto in Premier League, anche se fin qui la Fiorentina si è affrettata a chiudere ogni tentazione. Una partenza dello spagnolo (scavalcato da Pongracic nelle gerarchie in mezzo alla difesa) porterebbe ad un inserimento per completare il reparto, mentre in caso di ‘offertona’ per Pietro la reazione sarebbe tutta da valutare. Con relativa necessità di operare in maniera pesante anche dietro.
QUANTO PESANO GLI ESUBERI. Insomma, di mosse da seguire ce ne sono. E soprattutto c’è da piazzare gli esuberi. Almeno sei. Detto di Beltran, a libro paga c’è ancora Ikoné (richiesto in Brasile e in Arabia, ma lui vorrebbe restare in un campionato europeo), così come Barak (attenzione al Verona per sostituire Suslov) e Brekalo (si muove qualcosa in patria), più Infantino. Oltre a Sabiri, attualmente aggregato al gruppo di Pioli, così come Bianco che è destinato a un nuovo prestito, e a un Kouame che rientrerà a disposizione non prima di ottobre (praticamente impossibile venderlo prima di gennaio quindi). Per un totale di quasi 10 milioni di euro netti che pesano sul monte ingaggi complessivo della squadra. In tempi di Fair Play Finanziario, questione di primaria importanza per poter puntare certi obiettivi e offrire cifre importanti per i rinnovi (vedi Kean su tutti).
IL (DOPPIO) DEBUTTO. Tutto materiale per gli uomini mercato. Sul campo è invece la settimana del debutto stagionale. Giovedì in Slovacchia con il Polissya, prima insidia da neutralizzare con l’atteggiamento giusto. Poi domenica in Sardegna, prima del ritorno a Reggio Emilia con gli ucraini e dell’altra trasferta a Torino con i granata. Pioli ha basato tutta la preparazione con un obiettivo in testa: partire forte, superare il playoff e provare a fare bottino pieno nelle prime due di campionato. Ovviamente per centrare il primo obiettivo stagionale (la Conference) da un lato, ma anche per raccogliere entusiasmo decisivo in campionato. Alternerà nelle prime gare il 3-4-1-2 al 3-5-2, ci sarà bisogno di chi è già imprescindibile ma anche (e soprattutto) di chi deve fare la differenza nelle rotazioni. Tante ore di viaggio, pochi allenamenti, fondamentale il recupero psico-fisico e la gestione delle energie. Tanta curiosità per le prime uscite della nuova Fiorentina.
Di
Marco Pecorini