L’analisi de La Nazione sul cambiamento tattico della Fiorentina. Non solo il ritorno al 4-3-3, ma anche un pressing meno alto con più protezione alla difesa
Due gare potenzialmente micidiali hanno rilanciato la Fiorentina proprio nel momento di maggiore rischio: in trasferta contro la Lazio e in coppa Italia contro il Torino, la squadra è scesa in campo motivata dopo due ko che avevano mostrato fragilità diffuse. E soprattutto la Fiorentina si è disposta con un’impostazione tattica in linea con il passato (il 4-3-3) ma con una prudenza che Italiano non aveva mai utilizzato per gestire le partite. La linea della difesa meno alta – ecco il «segreto» – è servita contro la Lazio per ripararsi dalle imbucate che avrebbero sverniciato la Fiorentina, scrive La Nazione.
CAMBIAMENTI. I due centrali più bassi e protetti da un centrocampista, senza l’ossessione del recupero palla in pressing alto da effettuare possibilmente con la copertura dei compagni di reparto. La conseguenza della scelta è stata la maggior concentrazione dei difensori in marcatura e i risultati sono stati evidenti. Anche contro il Torino. Italiano in questa stagione ha attraversato momenti complicati e la mancanza di esperienza internazionale certamente non lo ha aiutato. Aggiungiamoci poi gli infortuni. Però l’allenatore viola ha per due volte dimostrato l’intelligenza di chi cambia (il passaggio al 4-2-3-1 nel momento di crisi) e il ritorno alle certezze rimodulate (il 4-3-3 più equilibrato). Poi se Gonzalez e Jovic fanno la differenza, è anche meglio.
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Redazione LaViola.it