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Quantità e qualità, riecco il miglior Dodo: assist, 9 recuperi, record di velocità e di minuti (totali)

Tra avere un Dodo che sta bene e uno che non si vede ci passa tutta la differenza del mondo per la Fiorentina

Sarà un caso, forse no. Tra avere un Dodo che sta bene e uno che non si vede ci passa tutta la differenza del mondo per la Fiorentina. TOP. Col Lecce si è rivista una delle migliori versioni dell’esterno brasiliano, quella in cui corre, sprinta, si propone, salta l’avversario, la mette nel mezzo e crea costanti pericoli.

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Tutte cose che non si erano viste nelle ultime sfide dei viola, quando tra Verona, Como e altre gare di questa prima parte del 2025, l’ex Shakhtar ha avuto diverse battute a vuoto. ASSIST, MA NON SOLO. Se si ripensa alla prima parte di campionato, soprattutto quella in cui la Fiorentina ha messo a referto il filotto di 8 vittorie di fila, Dodo era stato spesso tra i migliori, non solo dei viola, ma arrivando a lottarsi la palma di miglior terzino destro (o esterno destro) del campionato.

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Con la Lazio all’andata si prese il rigore del successo da cui la squadra di Palladino cambiò la sua stagione, a Lecce fece espellere Gallo, all’Olimpico coi biancocelesti mise dentro l’assist per il gol dello 0-2 di Beltran e con l’Inter al Franchi per quello di Kean, fino al suggerimento vincente per il gol vittoria di Gosens contro il Lecce.

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A referto coi salentini Dodo ha anche messo 9 palloni recuperati, meglio di tutti i suoi compagni, giocando 61 palloni, dietro solo a Ndour e Gosens. Ha anche messo a referto la velocità media in corsa più alta dei suoi e la più alta in sprint (anche 17 palle perse, su cui si può far meglio).

USURA. Alti e bassi nella sua stagione sin qui. Va anche sottolineato il fatto che per Dodo non ci sia mai stato tempo per rifiatare. Kayode, infatti, ha vissuto una prima parte di annata molto complicata, tanto da essere ceduto a gennaio, con conseguente assenza di un vice-Dodo, ruolo che può ricoprire Moreno o all’occorrenza Comuzzo, ma con caratteristiche tutt’altro che simili a quelle del brasiliano.

Nella rosa viola, giustappunto, Dodo è quello che ha il minutaggio più alto di tutti. Anche superiore a quello di De Gea. Un po’ di usura e qualche alto e basso, dunque, è più che comprensibile. Ma anche col Lecce, così come nella sfida contro l’Inter a Firenze, si è visto in maniera lampante che quando Dodo sta bene è un conto, quando non è brillante è tutt’altro.

E nella pochezza delle trame di gioco che continua a palesare questa Fiorentina, poter contare sulla miglior versione del brasiliano fa tutta la differenza del mondo.


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