Cinque anni di differenza, stessa capacità di inventare in più ruoli. Ma il belga ha avuto diversi problemi fisici
Alla ricerca di qualità. Soprattutto in mezzo al campo, magari tra le linee, per servire gli esterni e la punta centrale. Italiano lo ha ribadito sia nel corso della sua prima stagione in viola, sia al momento di tracciare un punto per la nuova annata. Serve qualità per alzare il livello. E allora, con Castrovilli che starà ancora fuori diversi mesi, proprio sulle mezzali l’idea è di inserire un giocatore capace di dare brio alla manovra. Per questo al momento sono due i calciatori maggiormente sotto osservazione: Dennis Praet e Nedim Bajrami. Due trequartisti che possono giocare anche qualche metro più indietro.
QUALITA’ DA TREQUARTISTI. E’ questa l’idea di fondo: servono inserimenti e piedi buoni per chi gioca in mezzo al campo. E se la regia verrà coperta, dopo l’addio di Torreira, da Mandragora (giocatore che comunque può agire anche da interno), per il ruolo di mezzala si seguono da vicino due trequartisti che in carriera hanno già giocato anche un po’ più indietro. Giocatori diversi, Praet e Bajrami. Ma comunque di qualità. Capaci di creare, aprire spazi, inserirsi.
DALLA SAMP ALLA POCA CONTINUITA’. Praet è uno dei ‘vecchi pupilli’ di Pradè, che lo ha avuto nel biennio alla Sampdoria. Proprio in blucerchiato, con Giampaolo, il belga giocava mezzala nel centrocampo a tre. È stato il periodo con più continuità fisica per il classe ’94, che poi da quando è andato al Leicester è incappato in diversi problemi fisici. Niente di particolarmente preoccupante, tra infortuni muscolari e altro, ma sta di fatto che le stagioni a Genova (fino al 2019) sono state le ultime da oltre 30 presenze in un singolo campionato. Nel 2019-2020 per il belga 27 gare di Premier, ma solo 12 da titolare: altre 9 apparizioni nelle due coppe di Lega, ma minutaggio complessivo non elevatissimo (con 1 gol e 3 assist). La stagione successiva 15 presenze in campionato (10 da titolare) e 24 complessive (2 gol e 2 assist). Al Torino, nell’ultima stagione, è stato un giocatore importante per Juric, ma ha giocato solo 24 partite (17 da titolare) su 37 totali in stagione (saltò le prime tre gare perché arrivò a fine mercato). Un infortunio al bicipite femorale ad inizio stagione e un’operazione al piede a febbraio gli hanno fatto saltare diverse partite: a referto due gol e due assist. Utilizzato spesso da trequartista da Juric, come detto in carriera ha però fatto parecchie volte anche la mezzala. Una duttilità che la Fiorentina potrebbe sfruttare, con il Leicester che chiederebbe una cifra vicina ai 7-9 milioni per lasciarlo partire.
PIU’ GIOVANE E PIU’ DECISIVO. Dall’altra parte c’è Bajrami, uno dei talenti in evidenza nell’Empoli. Classe ’99, quindi più giovane di cinque anni rispetto a Praet, Bajrami è nato a Zurigo e, dopo essere cresciuto nel Grasshoppers, è passato all’Empoli nel 2019. Tutta la trafila nelle giovanili della Svizzera, per poi scegliere la Nazionale maggiore albanese. Ad Empoli un iniziale periodo di adattamento, nel 2019/2020, poi un ruolo importante nella seconda parte di stagione: 30 partite totali con 5 gol e 4 assist. Poi ancora Serie B, l’anno successivo, quando risulta fondamentale per la promozione con 39 presenze totali, 7 gol e 10 assist. Insomma, uno che vede la porta e riesce a servire bene i compagni. Come mostrato anche nella sua prima stagione in Serie A: 9 gol (3 su rigore) e 7 assist (uno contro la Fiorentina) in 38 gare tra campionato e coppa. Anche lui utilizzato praticamente sempre da trequartista da Andreazzoli, con capacità di svariare tra le linee. Ma in carriera ha fatto la mezzala e a volte pure il play, soprattutto al Grasshoppers. Un giocatore duttile, giovane per il quale l’Empoli chiede non poco. Potrebbe rientrare nell’affare Zurkowski, così come un ruolo importante potrebbe recitarlo Ramadani, agente di Bajrami. Un testa a testa alla ricerca di qualità.
Di
Marco Pecorini