Se centrocampo e attacco hanno visto tanti volti nuovi e partenze più o meno importanti, dietro non è cambiato niente (nonostante i tanti gol presi)
“Difendere bene e attaccare benissimo”. Del resto, se questo era e resta il mantra di mister Italiano, tutto ha una logica nella direzione del mercato che ha visto un reparto avanzato rivoluzionato, un centrocampo ‘snellito’ e una difesa rimasta inalterata. Certo, senz’altro il tecnico avrebbe fatto a meno della partenza di Vlahovic, così come la società si sarebbe (forse) limitata ai rinforzi di Ikoné e Piatek a condizioni ‘normali’, senza cioè sentirsi ‘costretta’ a vendere ora il serbo per la paura (fondata secondo i dirigenti viola, eccessiva secondo altri) di arrivare a perdere a zero un giocatore venduto invece a 80 milioni complessivi.
CAMBIAMENTI. Tant’è, davanti senza Vlahovic ci sono tre giocatori chiamati a non far sentire troppo la mancanza di uno che aveva segnato 20 gol in metà stagione: Arthur Cabral, Piatek e Ikoné. Restano gli interrogativi sui tempi di inserimento e adattamento al calcio italiano e di Italiano, però sulla carta la scommessa potrebbe anche essere centrata. In mezzo al campo, invece, ceduti in prestito due giocatori che volevano più minutaggio: Benassi all’Empoli e, presto, Pulgar al Galatasaray (c’è tempo fino all’8 febbraio).
CONTINUITA’. E in difesa? Niente. Eppure è il reparto forse andato più in difficoltà in una prima parte di stagione ottima della Fiorentina. E non tanto per i 30 gol subiti in 22 partite (comunque tanti, ma 7° dato assoluto del campionato) e neanche per le sole 5 volte in cui la porta è rimasta imbattuta, né tanto meno per i 10,6 tiri in media concessi a partita (3° dato dopo Juve e Napoli). Quanto per i diversi errori individuali costati punti pesanti durante il percorso. Un po’ tutti i singoli della retroguardia di Italiano hanno mostrato delle ‘pecche’, più o meno pesanti. Dai portieri ai centrali, fino ai terzini. Certo, tutto evidenziato dalla tattica di squadra, che punta su un baricentro spesso altissimo e su una parità numerica in diverse occasioni difensive.
ERRORI. Insomma, da Milenkovic a Quarta, da Igor a Nastasic, da Odriozola a Biraghi, passando per Venuti (Terzic ha giocato poco per cadere in errore) e per Terracciano e Dragowski, un po’ tutti sono incappati in errori durante la prima parte di stagione. Un reparto migliorabile, insomma. Come logico che sia. Eppure la Fiorentina in questa sessione di mercato non ha fatto niente. C’erano state delle richieste per Nastasic, così come per Milenkovic per il quale ogni discorso è stato rimandato all’estate, quando tornerà in scadenza di contratto. Ma approcci decisi per migliorare il reparto non ci sono stati.
TUTTO RIMANDATO. Via libera dunque alla continuità. In difesa sì, al contrario dell’attacco. E così Vincenzo Italiano potrà continuare con il solito gruppo di lavoro nel pacchetto arretrato. Da certi punti di vista un vantaggio. Poi sì, in estate, a campionato fermo, diverse cose potrebbero cambiare. Milenkovic, come detto, tornerà in scadenza (il contratto è stato rinnovato l’estate scorsa fino al 2023), anche se lui a differenza dell’amico Vlahovic non ha mai puntato i piedi per andarsene, anzi è venuto incontro alla società con il rinnovo (seppur annuale). Discorso simile, a livello contrattuale, per Dragowski: scadenza 2023 e un ruolo non più da titolare, dopo essere stato scavalcato da Terracciano nelle gerarchie. Rinnovo lontano e partenza più che probabile. Insomma, sarà un’estate 2022 che riguarderà gioco-forza anche la difesa. Magari da rinforzare con parte di quel tesoretto composto dai 40 milioni di avanzo positivo in questo mercato e dai 40 milioni in arrivo per Chiesa. Oltre ai possibili incassi per le cessioni di Milenkovic e Dragowski. Discorsi però per il futuro. Ora palla al campo. Con una difesa chiamata a fronteggiare, già sabato, uno dei capocannonieri del campionato. L’altro, da questo fine settimana, non vestirà più di viola.
Di
Marco Pecorini