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Polverosi sul CdS-Stadio: “La strada è lunga. La Conference regala sorrisi ma non cancella i limiti”

David De gea Fiorentina

Tre vittorie europee non bastano: “Squadra ancora lontana dalla vera identità, ma almeno ora si intravede un piccolo progresso”

Nel suo editoriale sul Corriere dello Sport-Stadio, Alessandro Polverosi commenta la vittoria della Fiorentina in Conference League, sottolineando come sia proprio questa competizione europea a offrire un momento di respiro alla squadra e al suo allenatore. Tre partite, tre vittorie, otto gol fatti e due subiti: numeri positivi, ma che non bastano a nascondere le fragilità della squadra di Pioli.

Almeno la Conference un sorriso lo porta sulle bocche dei viola e del loro allenatore. Tre partite, tre vittorie, otto gol segnati, due subiti“, scrive Polverosi, che però mette subito in chiaro la modestia degli avversari affrontati: “Il Polyssia (nei playoff) e il Sigma (al debutto del mini-campionato) faticherebbero a salvarsi nella nostra Serie B“. E aggiunge con realismo: “Questo non è tempo per fare gli schizzinosi dalle parti del Viola Park. Prendi la vittoria, tienila stretta e pensa alla Roma“.

L’analisi prosegue evidenziando il livello ancora insufficiente della squadra: “Dovrebbe fare tanto, ma tanto di più, giocare tanto, ma tanto meglio, però adesso questo è il massimo che può offrire la squadra di Pioli“. Da qui l’invito ad accontentarsi dei piccoli progressi: “Con la Fiorentina di questi tempi conviene usare il microscopio per individuare i più piccoli, anche se a volte poco significativi, miglioramenti“.

E qualcosa, ieri sera, si è visto: “La modestia del Sigma ha dato una mano ai viola, che hanno cercato di ritrovarsi, soprattutto di capire il modo per diventare una squadra vera“, anche se “il cammino per arrivare al traguardo di ‘squadra’ è ancora lungo“. Tuttavia, “con uno sforzo di buona volontà si può pensare che il percorso sia iniziato. In una scala da 0 a 10, la Fiorentina ha fatto almeno un gradino“.

Polverosi riconosce che “qualche bagliore, qualche movimento, qualche intuizione fanno sperare Pioli“, pur evidenziando che “De Gea, alla fine, non è stato proprio spettatore, ma ha risolto dei problemini con quattro belle parate“. Guardando al futuro, l’editorialista non nasconde i dubbi: “Ben altri esami dovranno verificare se davvero la Fiorentina, dopo un inizio-choc, sarà in grado di risalire e di mantenere le ambizioni annunciate“, ambizioni sostenute da giocatori “non proprio scarsi, ma oggi involuti, inespressi e in qualche caso anche confusi“.

Nel dettaglio tattico, Polverosi nota come “per la squalifica di Kean, ha giocato Piccoli al centro dell’attacco e Dzeko alle sue spalle“, e osserva che “forse è solo un caso, ma il gol dell’ex cagliaritano, il primo in maglia viola, ricorda quelli che l’anno scorso segnava proprio Kean“. E non manca un elogio a Ndour: “Doppio applauso a Ndour per l’assist di testa a metà campo per Piccoli e soprattutto per la sassata del 2-0“.

Bene anche Fazzini: “La mezz’ora di Fazzini avrà di sicuro convinto che di un giocatore con la sua tecnica e il suo dinamismo non si può fare a meno“. Meno convincente invece Fagioli, rimesso in mezzo al centrocampo da Pioli: “Non ci siamo ancora con questo ragazzo, da un giocatore del suo spessore è lecito aspettarsi la giocata vincente, l’idea illuminante e invece niente, anche ieri partita anonima e deludente. Eppure è forte, forte davvero“.

Nonostante la vittoria, Polverosi sottolinea che la strada per tornare ad essere una vera squadra è ancora lunga e in salita. Tuttavia, qualche segnale incoraggiante c’è stato, e conclude con una considerazione amara ma realistica: “Sarà faticoso, come si è visto anche contro l’ottava squadra del campionato della Repubblica Ceca (che incontrava la sedicesima della Serie A…)“.

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