L’ex pallone d’oro continua a disegnare calcio, il talento piacentino sembra essersi perso. A San Siro l’occasione per riscattarsi davanti al maestro
Modric doveva essere il passato, Fagioli il presente. E invece, almeno per ora, non è così. I tempi sembrano scambiati. Modric è ancora il presente, radioso e sublime, Fagioli rischia invece di diventare già il passato. E per evitare che ciò non accada davvero, deve correre contro i giorni, le ore e i minuti. San Siro è lo stadio ideale per riaffiorare e Milan-Fiorentina è l’occasione giusta. Così Alberto Polverosi sull’edizione odierna del Corriere dello Sport – Stadio.
CARATTERISTICHE SIMILI, CATEGORIE DIFFERENTI. Simili per alcune caratteristiche, forse anche per la posizione in campo, ma diversi, profondamente diversi, per qualità assoluta. Modric appartiene alla categoria dei fenomeni, Fagioli aspira di entrarci, ma oggi è ancora lontanissimo. Tempo fa sembrava non proprio a un passo, però nemmeno così distante. Tantoché quando è arrivato a Firenze, peraltro accompagnato dalle incoraggianti parole del suo vecchio allenatore e oggi allenatore del Milan, molti si domandavano perché mai la Juve se lo fosse lasciato scappare. Era entrato nel mondo Fiorentina in un momento complicato: dal suo debutto (sconfitta viola proprio a San Siro ma contro l’Inter) per tre partite di fila la squadra di Palladino aveva sempre perso. Eppure Fagioli non era andato male, tutt’altro. In una squadra confusa era il giocatore con più lucidità. Poi il suo nome è riapparso sui giornali e sui siti per il caso delle scommesse e l’ex juventino si è eclissato. Quest’anno, per ora, praticamente solo delusioni. Con Pioli, su nove partite ufficiali ne ha giocate sette e non tutte da titolare. Dopo la sconfitta col Napoli è addirittura praticamente uscito di scena. Appena 28′ contro il Como e poi panchina, senza annusare l’erba dell’Arena Garibaldi e del Franchi, in mezzo solo i pessimi 90′ col Sigma in Conference League.
I PROBLEMI DI NICOLO’. Cosa stia succedendo a Nicolò è difficile da capire. In assoluto, le sue qualità sono fuori discussione: se raggiunge il massimo del suo rendimento torna di corsa in Nazionale. Ma non riesce a sbloccarsi. Si è discusso molto sul suo ruolo: per Allegri è una “mezz’ala di regìa”, per Pioli può fare il regista (lì lo ha schierato spesso, prima che arrivasse Nicolussi Caviglia), l’anno scorso Palladino lo ha fatto giocare anche trequartista alle spalle di Zaniolo (mancava Kean). Ma poche volte è sembrato a suo agio, poche volte la Fiorentina ha visto il giocatore che tecnici e critici ammiravano. Lo aspettiamo ancora ad alti livelli, i suoi livelli. Ma questo non è più il tempo delle spiegazioni, ora Fagioli deve fare di tutto per rimettersi in sesto. Per far capire alla gente se ha davvero la personalità e la forza (sia fisica che mentale) di trascinare la Fiorentina fuori da un momento così complicato. Finora è accaduto il contrario, è stata la Fiorentina a trascinare giù questo ragazzo. Solo oggi sapremo se Pioli a San Siro tornerà a puntare su di lui da titolare o lo porterà di nuovo in panchina.
LA GRANDEZZA DI LUKA. In ogni caso Fagioli avrà la possibilità di seguire da vicino un ragazzino di quarant’anni, un biondino che ha fatto la fortuna della Dinamo Zagabria, del Tottenham, del Real Madrid e ora del Milan. Anche Modric, per dirla alla Allegri, era una mezz’ala di regìa. Negli anni d’oro del grande Real, il croato divideva il compito di organizzatore con un altro fenomeno, Toni Kroos, l’uomo che non sbagliava mai un passaggio. Oggi, nel Milan, ha un ruolo ancora più centrale. Vederlo giocare è un piacere per gli occhi, rinfresca la mente e scalda il cuore. Modric non è un giocatore, Modric è il Calcio. Nel primo ventennio del nuovo secolo erano tre gli artisti con la stessa visione e la stessa irraggiungibile qualità, lui, Xavi e Pirlo. Il catalano e il bresciano hanno smesso da qualche anno, oggi resta Modric. È un fuoriclasse infinito. In campionato le ha giocate tutte da titolare e nemmeno con la Croazia si è risparmiato, in questo inizio di stagione sono 878 i minuti in cui Luka è stato in campo. Illuminandolo.
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Redazione LaViola.it