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Rassegna Stampa

Poesio sul CorFio: “Il costo delle ambizioni e quel bivio davanti a Commisso”

Commisso - Fiorentina

L’inaspettata crisi in cui si è avvilita la Fiorentina rischia di rappresentare uno snodo cruciale dell’era Commisso, sia dal punto di vista sportivo che economico

Non è la prima volta. E non sarà certo l’ultima visto che la storia, quando si parla di Fiorentina, sembra ripetersi con cinica puntualità, scrive Ernesto Poesio nel suo editoriale sul Corriere Fiorentino. Anche il percorso segue sempre lo stesso canovaccio: il grande entusiasmo iniziale che compatta (illusione!) l’ambiente, le fazioni che si creano, quindi la delusione che diventa ben presto rabbia fino al più fiorentino dei punti di caduta: «L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare». È allora che iniziano a diffondersi le voci su cessioni imminenti, stati di salute precari, compratori esotici già sbarcati all’aeroporto di Peretola ma che poi evidentemente non trovano mai un taxi o la fermata del tram, visto che di loro si perdono sempre le tracce.

Ma soprattutto la disillusione, intrisa di sarcasmo e pessimismo, trova la sua sintesi nella domanda che, in questi giorni, si può ascoltare un po’ 0vunque in città: «Siamo alla fine dell’era Commisso? Venderà o rilancerà?». Perché al di là di chi siederà sulla panchina viola — e che solo per il coraggio andrà ringraziato — nel tentativo di evitare l’onta della serie B nell’anno del centenario, la profonda e inaspettata (almeno di questo portata) crisi in cui si è avvitata la Fiorentina rischia di rappresentare uno snodo cruciale nell’avventura di Rocco Commisso a Firenze. […]

Proprio il fatto che forse per la prima volta la Fiorentina avesse scelto di rischiare, cioè di fare il passo più lungo dell’attuale gamba (nessuna cessione illustre, aumento degli ingaggi, allenatore più costoso dell’era Commisso) scommettendo sull’accesso a una coppa europea superiore, rappresenta adesso il freno maggiore nell’impostare la ricostruzione, perché di questo si deve necessariamente parlare sia dentro sia fuori dal campo. Lo si è visto subito nella vicenda Pioli, con il club ostinato nel voler imporre le dimissioni all’allenatore. Non è stata solo una questione di principio quella della Fiorentina, ma un tentativo — non andato a buon fine — di non portarsi dietro ancora a lungo l’errore di un contratto che peserà moltissimo nei prossimi mesi (anni?) sul bilancio viola. […] Lo stesso discorso dovrà essere affrontato anche riguardo al costo di una rosa che a fine stagione rischia di diventare insostenibile e sproporzionato per un club che, anche se si dovesse salvare, resterà probabilmente escluso dalle competizioni (e dalle risorse) europee.

La domanda sul futuro perciò non sembra tanto essere se Commisso resterà ancora a Firenze, ma come. Se avrà cioè la forza e l’intenzione di operare un reset e ripartire da una sorta di anno zero (cioè programmando un nuovo ciclo, per forza di cose inizialmente ridimensionato) oppure se sceglierà — in assenza di compratori o della volontà di cedere — di affidarsi a una sorta di autofinanziamento, termine che a Firenze evoca gli ultimi anni non proprio felici dell’era targata Della Valle. Le prime mosse che la società sta operando, dalle promozioni di dirigenti che hanno comunque la loro parte di responsabilità della situazione attuale alla difficoltà nel proporre al prossimo allenatore non più di qualche mese di contratto, sembrerebbero andare in questo senso. Ma è anche vero che queste prime scelte potrebbero essere dettate solo dall’emergenza in uno dei momenti più complessi della storia viola recente. Saranno le prossime settimane a fornire contorni più chiari a un orizzonte così nebuloso. […]

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