Rapporto tiri/gol di coloro che quest’anno hanno vestito la maglia di nove viola, e potrebbero indossarla l’anno prossimo
Spesso sono solo numeri. Nel caso degli attaccanti, tuttavia, rappresentano quasi tutto. Almeno una volta era così, perché nel calcio moderno alle punte può essere richiesto anche altro rispetto alla ‘semplice’ finalizzazione.
PROBLEMI. Non c’è dubbio che quest’anno alla Fiorentina sia mancato più di qualcosa in fase realizzativa. Non solo quest’anno, in realtà, ma questo è un altro discorso. Basta dare un rapido sguardo ai numeri con cui hanno concluso il campionato i tre calciatori che si sono alternati nel ruolo di ‘nove’, computo dal quale va escluso Kouame che quel ruolo lo ha ricoperto solamente a sprazzi.
Nzola, ad esempio, ha messo a referto 32 tiri in 1550’ giocati nella Serie A 2023-24, ovvero 1 tiro ogni quasi 49’, praticamente meno di 2 a partita. In tutto ha segnato 3 gol, che in percentuale vuol dire il 9% di realizzazione e 10,7 tiri per segnare 1 gol.
L’angolano si è alternato nella prima parte di stagione con Beltran, che poi è arretrato fino alla linea dei trequartisti. L’argentino ha messo a referto 31 tiri in 1696’, ovvero solamente 1 tiro ogni 55’, ma mettendo a referto 6 reti, ovvero 1 gol ogni 5,2 conclusioni con una percentuale di realizzazione del 19,4% .
Da gennaio in poi c’è stato Belotti, che ha effettuato 33 tiri in 953’, ovvero 1 tiro ogni 29’, mettendo dentro 3 reti, ovvero 1 gol ogni 11 tiri per il 9,1% di realizzazione. Fin qui numeri, dicevamo, che possono voler dire tutto e niente.
Se si guarda ai dati con cui Nzola aveva chiuso la Serie A 2022-23, ad esempio, si nota come l’angolano concludesse più o meno come quest’anno visti i 63 tiri messi a referto coi liguri in 2654’, ovvero 1 conclusione ogni 42’, ma andò in rete 13 volte segnando con oltre il 20,5% di percentuale di realizzazione con 1 gol ogni 4,9 tiri. Sempre parlando di numeri, inoltre, va sottolineato il dato straordinario di Beltran (Lautaro ha chiuso la Serie A col 22,2% per 1 gol ogni 4,5 tiri, giusto per dare un riferimento) che praticamente ha segnato quasi senza tirare.
SINGOLI O SISTEMA DI GIOCO? Solo un problema di singoli e di qualità? O anche la difficoltà da parte della squadra di emettere in condizione i propri nove di tirare/segnare? Probabilmente entrambe le cose, visto che con Italiano in panchina ha funzionato solamente Vlahovic come centravanti, mentre hanno faticato tantissimo i vari Cabral, Piatek, Jovic (che anche altrove, una volta andati via da Firenze, hanno fatto male), Beltran, Nzola e Belotti. Con l’arrivo di Palladino al posto di Italiano si potrebbe avere un’importante riprova nel caso in cui dovessero restare sia Nzola che Beltran. Difficile, tuttavia, che l’angolano rimanga, salvo mancanza di offerte. In caso di attacco a due, inoltre, l’argentino potrebbe esprimere al meglio quelle che sembrano essere le proprie caratteristiche, ovvero le tipiche doti di una ‘vecchia’ seconda punta. Come detto dallo stesso ds Pradè, inoltre, la missione della Fiorentina sul mercato è chiara, trovare un centravanti che faccia (finalmente) la differenza.
CANDIDATI. Retegui e Lucca sono due nomi chiacchierati per arrivare in viola. Anche nei casi del genoano e della punta dell’Udinese trattasi di numeri, quindi tutti da interpretare a seconda di caratteristiche del singolo e del sistema di gioco, oltre che della qualità dei calciatori che ‘rifiniscono’. Retegui ha messo a referto nel suo primo anno di Serie A 63 tiri in 2226’, ovvero 1 conclusione ogni 35’ per 7 reti, che vuol dire aver segnato con l’11% di realizzazione e aver fatto 1 gol ogni 9 conclusioni. Lucca di gol ne ha fatti 8 su 61 conclusioni in 2602’, ovvero 1 tiro ogni 43’, 1 gol ogni 7,7 tiri e il 13% di percentuale di realizzazione. Pinamonti è arrivato a 11 reti in 3100’, su 83 conclusioni, ovvero 1 tiro ogni 37’, 1 gol ogni 7,5 tiri per il 13,2% di capacità realizzativa. Insomma, nulla di trascendentale se si guarda solamente ai dati.
Una sola cosa è certa, la Fiorentina non potrà sbagliare ancora la scelta del proprio centravanti, chiunque esso sia.
Di
Gianluca Bigiotti