Connect with us

News

Piatek, quant’è dura la vita fuori dall’area: tanta buona volontà ma poca resa. Dieci gare per il riscatto

Sei gol in undici partite con la Fiorentina, ma negli ultimi 4 anni una sola rete da fuori area. Spesso letale in area di rigore, ma fatica nel gioco per e con la squadra

Tanta continuità, praticamente sempre in campo da quando è arrivato con 11 partite di cui 9 da titolare. Un bottino che in maglia viola parla di 6 gol, con due rigori sbagliati (uno poi ribadito in rete nel tap in contro l’Atalanta). Insomma, non sono certo le tre partite di fila senza segnare a far suonare il campanello d’allarme. Ci mancherebbe, succede a tutti, anche ai migliori. Semmai, qualche problema può nascere parlando di prestazione generale. Di gioco con e per la squadra. Di supporto alla manovra. Un inserimento non semplice negli schemi di Italiano, anche per caratteristiche. Piatek è un giocatore che sa essere letale all’interno dell’area di rigore, ma che fa fatica a creare gioco, far salire la squadra, smistare palloni precisi per l’inserimento di esterni e centrocampisti.

LETALE IN AREA, DEVE CRESCERE FUORI. Aspetti che magari erano stati posti (anche giustamente) in secondo piano quando il polacco aveva segnato, magari con l’unico pallone buono (o quasi) del match. Come con il Verona, con l’Atalanta o con lo Spezia. Grande freddezza sotto porta ed elogi doverosi. Perché alla fine un attaccante è chiamato soprattutto a segnare, aspetto primario. Poi però, nel gioco globale di Italiano, c’è tanto altro. Il tecnico viola lo ha sempre elogiato per lo spirito, per l’entusiasmo, per la voglia di migliorare. Già, la volontà non manca certo al polacco, che anche contro l’Inter si è dato un gran da fare. Di fronte (anzi, spesso ‘alle calcagna’) aveva uno come Skriniar, uno degli avversari peggiori. Ma il risultato è stato tutto nei due tiri (fuori dallo specchio) a referto, nei 13 passaggi riusciti in 90′, nei 3 falli subiti per far salire la squadra. Tanta buona volontà, determinazione (anche 11,4 km percorsi, 3° dei viola), ma altrettanta fatica a giocare di sponda per i compagni.

UN SOLO GOL DA FUORI IN 4 ANNI. Questione di caratteristiche, di lavoro quotidiano. Nel corso delle settimane Piatek è migliorato, c’è da dirlo. Al di là dei gol. E senz’altro potrà farlo ancora, anche se purtroppo per Italiano in queste due settimane sarà in ritiro con la propria Nazionale e non al centro sportivo, dove di contro Arthur Cabral proverà a rimontare qualche punto nelle gerarchie del tecnico viola. Ma per ora emerge un dato evidente: Piatek fa fatica (e non poca) nel gioco fuori dall’area di rigore. È un centravanti che si esalta negli ultimi 16 metri e mezzo, magari sa trasformare anche mezza palla sporca in rete (come quella contro il Verona), però poi riesce (per ora) a dar poco ai compagni nel resto del campo. Non è un giocatore che prende e palla al piede fa la sgroppata dalla trequarti per arrivare in area. E anche nei suoi numeri storici arriva la conferma: negli ultimi 4 anni, ha segnato solo un gol (quando era al Genoa) da fuori area, sulle 54 reti siglate in totale. Il meglio, inevitabilmente, lo dà appunto dentro l’area di rigore.

IL SUPPORTO DELLA SQUADRA. Certo, c’è da dire che anche la squadra deve fare uno step per supportare un centravanti che non ha le caratteristiche di chi c’era prima (Vlahovic). Perché al di là di tutto, nelle ultime partite sono arrivati davvero pochi palloni buoni al centravanti di turno (che fosse Piatek o Cabral). Ne conseguono i soli 5 gol segnati nelle ultime 5 gare di campionato dalla Fiorentina. Decisamente pochi, per il calcio voluto da Italiano.

OPERAZIONE RISCATTO. Per Piatek insomma c’è ancora uno step da fare per integrarsi al meglio negli schemi viola. “Di Piatek mi impressiona la professionalità, la voglia di migliorarsi: sembra un ragazzo di 18 anni aggregato alla prima squadra. Io parlo spesso con lui, ha delle qualità in area enormi, sa dove si trova la porta ad occhi chiusi. Deve crescere e migliorare sotto altri aspetti, ha portato entusiasmo e professionalità: mi ha stupito per questo. Gli faccio i complimenti, è un esempio”, ha detto di lui Italiano la scorsa settimana. In ballo c’è anche il riscatto dall’Hertha Berlino, che vale 15 milioni. Lo sapeva che si sarebbe giocato tutto in quattro mesi: fin qui, praticamente a metà percorso, il bottino è soddisfacente ma è chiaro che determinanti, per lui come per altri e per la squadra in generale, saranno le ultime 10 (e speriamo 11) gare della stagione. Per crescere ancora, per segnare e conquistare definitivamente la Fiorentina. Esami, banchi di prova per capire se la squadra del prossimo anno, con ambizioni senz’altro rinnovate dopo questo primo anno con Italiano, potrà ripartire con Piatek e Cabral davanti. O dovrà di nuovo cercare un nuovo centravanti a cui affidare il timone dell’attacco.

66 Comments
Iscriviti
Notifica di
guest

66 Commenti
ultimi
più vecchi più votati
Vedi tutti i commenti

Altre notizie News

66
0
Lascia un commento!x