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Palladino: ambizione e risultati nel segno di Gasperini

Il nuovo allenatore della Fiorentina, allievo di Gasperini, punta in alto, molto in alto, e vuole vincere qualcosa a Firenze

Gli attestati di stima, anzi una sorta di vero e proprio abbraccio virtuale, s’incrociano senza problemi sul web. Parole rilanciate ogni volta che l’uno ha avuto l’occasione di parlare dell’altro. Scrive La Nazione. «Lo conosco da quando aveva 17 anni, è una storia lunga.

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Da giocatore era forte ma poteva fare una carriera ancora migliore, mentre da allenatore è un predestinato. E’ riuscito a entrare nella testa dei giocatori in un modo incredibile: è un qualcosa che non compri al supermercato, o ce l’hai o non ce l’hai.

E’ un tecnico di assoluto livello, destinato ad allenare grandi squadre»: così Gian Piero Gasperini su Raffaele Palladino. Scorri il motore di ricerca ed ecco giudizi e parole che arrivano dalla direzione opposta: ovvero il tecnico viola che applaude quello dell’Atalanta.

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«Ho preso tanto da Gasp, per esempio la capacità della mia squadra di essere in grado di attaccare l’avversario molto in alto. Non è facile spiegarlo, né insegnarlo sul campo. E Gasperini è stato il mio maestro a Genova. Lui ha partecipato a rivoluzionare il calcio.

Tutti dicevano che non era possibile giocare a tre. Lui lo ha fatto». Eccoli qui, insomma, Palladino e Gasperini. Ovvero l’allievo e il maestro, forse anche il figlio e il padre, magari il fratello minore e quello più grande.

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Sì, comunque si decida di definiti, la storia del nuovo allenatore viola è legata (in modo quasi morboso) a quella dell’allenatore forse meno... simpatico a Firenze. Ma questo, ovvero simpatie o antipatie non c’entrano. Proprio no.

Giusto invece andare a sviscerare dove, come e perché con Palladino sulla panchina viola potremo osservare e ’sentire’ quelle sensazioni che Gasp ha consegnato all’Atalanta, facendola diventare una grande del campionato italiano.

La tattica. Moduli a parte, schemi più o meno rigidi, Palladino proprio come Gasp affronterà la stagione attaccando ’alto’ e occupando il più possibile gli spazi, con l’obiettivo di interdire il gioco degli avversari.

E’ questa una delle lezioni di tattica che Palladino ha rubato a Gasperini, osservando lo al Genoa o all’Atalanta

Il ’suo’ Monza è stato la palestra. Colpani, sì proprio lui, era l’uomo su cui far girare idee e profondità. «Colpani? Mi ricorda Ilicic», disse una volta Gasperini rileggendo il gioco di Palla. Un modo come un altro per dire che l’allievo Palla aveva superato la lezione?

Forse. Il perfezionismo. I due tecnici si assomigliano – basta fare un sondaggio fra i giocatori che hanno allenato – per la loro ricerca maniacale della perfezione. Il dettaglio è tutto per Palladino e Gasperini. Il dettaglio fa la differenza e la qualità.

Provate a dar loro torto o cercare di smontare questa tesi. Missione impossibile. Rispetto e disciplina. Che nello spogliatoio dell’Atalanta esista una gerarchia inflessibile è un dato di fatto. Guida solo e soltanto lui, l’allenatore che ha la forza e la possibilità di interfacciarsi con il gruppo e dall’altro lato con la proprietà del club.

Di sicuro, Palladino porterà nello spogliatoio viola un clima di motivazioni, coinvolgimento di tutti e di rispetto dei ruoli. Ci sono responsabilità da condividere e altre che spettano solo all’allenatore.

Il decalogo di Zingonia avrà riflessi anche su quello del Viola Park. I risultati

Palladino l’ha fatto capire subito, nel giorno della sua presentazione, quali sono e saranno gli spunti che lo hanno spinto a tuffarsi nell’avventura di Firenze. Vuole arrivare in alto, provare a vincere: concetti ’strappati’ dalla convivenza con Berlusconi e Galliani, a Monza.

E anche, sia chiaro, dalle giornate di lavoro, da calciatore, proprio Gasperini. Lui, Gasp che ha l’abitudine di gridare in faccia ai suoi calciatori. Hanno un’ambizione sportiva al massimo, Palla e Gasp. Già proprio come due fratelli, o forse padre e figlio.

Di sicuro maestro e allievo.


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