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Nuovo Franchi, ricorso degli eredi di Nervi: disegno 'illeggibile' e possibile 'bomba' giuridica

Non solo mancanza dei fondi, anche l’incostituzionalità dell’articolo 55 bis e violazione del diritto d'autore. Così gli eredi di Nervi vanno ancora contro il progetto dello stadio

Violazione delle norme sulla tutela dei beni vincolati con un bando di gara che ha portato ad un progetto che rende il disegno originario dello stadio Franchi «illeggibile». Mancanza dei fondi per la realizzazione dell’impianto e anche per l’eventuale reversibilità del progetto, cioè la rimozione delle strutture che dovrebbero essere aggiunte al capolavoro di Nervi.

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Ma soprattutto una possibile “bomba” giuridica: l’incostituzionalità dell’articolo 55 bis, il cosiddetto emendamento sblocca-stadi che fu inserito nel decreto legge Semplificazioni approvato in Parlamento nel 2020. Sono gli elementi chiave del ricorso con richiesta di sospensiva che la fondazione Pnl project, presieduta dal nipote del progettista del Franchi, Marco Nervi, ha depositato nei giorni scorsi al Tar.

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Così scrive La Repubblica.

VIOLAZIONE. La sfida giudiziaria degli eredi del progettista dello stadio punta in alto, mettendo nel mirino il fondamento di legge su cui è impostata l’operazione di ristrutturazione del Franchi. Se il Tar ritenesse fondata l’eccezione di costituzionalità è alla Consulta che finirebbe il 55 bis.

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E in caso di pronunciamento negativo sarebbe un bel guaio per il progetto Franchi. Peraltro i Nervi hanno anche un’altra arma di riserva: ritengono che il disegno vincitore di Arup violi le norme internazionali sul diritto d’autore.

Un nuovo brivido scuote così ora Palazzo Vecchio.

IL RICORSO. I Nervi insidiano Nardella. E sfidano il Ministero che — sostengono — dopo aver vincolato l’opera di Nervi, avrebbe «irritualmente impartito indicazioni progettuali molto generiche e possibiliste — il che ha consentito ai progettisti di “ rispettarle” pur prevedendo interventi negativamente impattanti — e, al contempo, riguardanti parti da realizzare ex novo, in ogni caso contrastanti con i caratteri dell’opera vincolata e che, per di più, nulla hanno a che fare con lo stadio di Nervi».

Inoltre — dicono — «la progressiva richiesta di approfondimenti progettuali su singole parti del piano d’intervento da parte del Ministero ha sostanzialmente eluso il giudizio che avrebbe dovuto esprimere sull’impostazione complessiva del progetto e, conseguentemente, sulle richieste del bando.

Si rileva, quindi, un atteggiamento del tutto a-critico del Ministero e delle altre Pubbliche Amministrazioni cointeressate. I progettisti dichiarano di rispettare l’edificio e di volerlo restaurare, ma poi lo nascondono, soverchiandolo con una struttura fuori scala e, quindi, alterandone e impedendone la libera percezione.

In sostanza, cancellandone l’immagine».


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