Citazione allegriana per spiegare la vittoria di ieri della Fiorentina. I centravanti faticano, l’uruguaiano è decisivo
Voce tratta dal dizionario di Massimiliano Allegri: «Vittoria corto muso». Che significa: gas al minimo, massimo risultato e (aggiungiamo) un’overdose di cinismo. Dunque, vincere e scappare. Il «corto muso» questa volta è stato tutto viola, visto che il riassunto del successo di ieri, preziosissimo per ripartire nella corsa all’Europa, è arrivato con il minimo scarto, al termine di 90 minuti affatto belli (specie il primo tempo) e con un gol preceduto da una sagra di pali, due dei quali colpiti dal Bologna (Soriano, dopo appena 12 secondi e Orsolini), contro il legno su cui è ribalzata una staffilata di Torreira. Così scrive La Nazione.
PRIMO TEMPO. Nei primi 45’ ha fatto tutto o almeno molto di più la squadra di Mihajlovic. I due pali, ma anche il cartellino rosso di Bonifazi. La Fiorentina? Un paio di incursioni di Nico Gonzalez, una manciata di palloni distribuiti in modo impreciso da Bonaventura, tanti lampi di Torreira e un calcio di punizione insidioso di Biraghi. Nel finale va in scena un mini-assalto viola alla difesa bolognese. Poco, però.
IN RITARDO. Piatek ha vissuto una domenica trasparente e, questa volta, senza lampo del riscatto. Cabral? Sembra ancora un po’ troppo distante dall’integrazione tattica nella squadra di Italiano, ma per impegno ed evidente forza di volontà merita comunque un applauso. Nella ripresa palo di Torreira, poi l’uruguaiano segna dopo cross di Biraghi e taglio di Castrovilli. La vittoria «corto muso» è servita.
Di
Redazione LaViola.it