Qualcosa si è già rotto tra la Fiesole e il gruppo squadra dopo il credito maturato in estate. Bordata di fischi e cori, squadra sotto la curva
L’arbitro chiude il match e la Fiesole esplode in un boato di fischi e di cori. Il Como festeggia e si abbraccia, i giocatori viola crollano a terra. Per poi rialzarsi, un attimo dopo, quasi sospinti dalle grida dei tifosi. Dalla rabbia e dalla delusione della curva che mette nel mirino tutti. Squadra e allenatore si presentano, in silenzio davanti ai ragazzi della Fiesole, quasi a voler (dover) saldare il conto con l’onore. E mettersi sulle spalle tutte le responsabilità di un inizio di campionato che sembra un film dell’orrore. Così scrive La Nazione.
FISCHI E CORI. Ranieri si passa le mani sul volto, Mandragora guarda a terra, Pioli è rigido, immobile. La Fiesole invita la squadra a tirare fuori gli attributi e aggiunge, una due, tre volte, il concetto di appartenenza che non sembra far parte (ancora) del dna di questo gruppo: “Rispettate la nostra maglia”, il messaggio della curva che un attimo dopo corda a tutti che “correre, bisogna correre, per vincere”. Niente alibi alla squadra di Pioli. Ma la Fiesole parte da più lontano. Cori e fischi chiamano direttamente in causa Daniele Pradè e in qualche modo sembrano resettare i bonus che fra le parti sembravano essere maturati dopo la chiusura della campagna acquisti. Qualcosa si è già rotto. Lo dice la classifica, lo dice il non- gioco. Lo ha sottolineato la curva.
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Redazione LaViola.it