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Editoriali

Le prime gare e i segnali per il mercato: Pioli aspetta 2/3 innesti. Vendere (bene) per completare la rosa

Fiorentina da completare per essere davvero competitiva, da Cagliari qualche segnale da non sottovalutare

L’acquisto numero 6 dell’estate viola è cosa fatta. Roberto Piccoli arriva a dare un contributo importante nel reparto attaccanti. Sarà più di un vice Kean, visto che rappresenta l’investimento più alto della storia viola con i suoi 27 milioni complessivi compresi bonus (più 10% su futura rivendita). La convivenza con Moise (destinato a rimanere, con rinnovo di contratto da ratificare a breve, magari con il ritorno a Firenze di Commisso) sarà tutta da valutare, ma è la scommessa fatta da Pioli e dalla società. Di sicuro viene colmata una lacuna (al meglio, verrebbe da dire) che lo scorso anno ha pesato molto specie sul finale di stagione. Là davanti c’è poi Dzeko, destinato giovedì con il Polissya a fare il centravanti ma più spesso a legare il gioco in coppia con la prima punta ‘vera’. E Gudmundsson, che si sdoppierà tra seconda punta e trequartista.

SEGNALI. Un parco attaccanti di primo livello, toccherà al tecnico farli rendere al meglio. Insieme a Fazzini, Ndour e a quei giocatori che da centrocampisti di inserimento possono essere utilizzati sulla trequarti in proiezione più offensiva. Prospettive quantomeno intriganti, anche se la prima uscita di campionato a Cagliari ha un po’ raffreddato precoci entusiasmi. Di contro si badi bene a lanciarsi in disfattismi e allarmi vari, ma senz’altro dalla Sardegna si è capito quanto tempo serva ancora alla squadra per apprendere i concetti di gioco di Pioli. Oltre al fatto che questa rosa deve essere ancora ‘puntellata’ per provare a giocarsela davvero fino in fondo per la Conference e per i piani alti del campionato.

IN USCITA? Pioli insomma si aspetta ancora qualcosa. Ha una base buona, con Piccoli inserisce un’arma in più. Ma anche diverse situazioni su cui dover lavorare (e tanto). Come normale che sia. La gara di Cagliari ha lasciato davvero pochi spunti positivi. Intanto c’è un’ultima settimana di mercato per supportare il tecnico. Con giochi a incastri in varie zone del campo. A partire da dietro, c’è da seguire la situazione di Pablo Marì: ha richieste dalla Grecia (Olympiakos), dalla Spagna e soprattutto dal Brasile. Se parte, la Fiorentina può prendere un altro difensore, magari un centrale più dinamico (e continuo dello spagnolo, che anche da gennaio ha alternato prove convincenti a passaggi a vuoto palesi). E poi la fascia destra: Fortini sta provando a spingere per convincere Pioli, ma i problemi fisici di inizio estate lo hanno frenato. Empoli e diversi club di B gli fanno la corte, così come Pisa e altre 3-4 squadre di Serie A. C’è anche il Torino, che lo considera ideale per affiancarlo a Biraghi. Ma quanto spazio avrebbe? Da valutare.

DA RINFORZARE. Se parte l’esterno classe 2006, il primo nome è Lamptey del Brighton. Non è l’unico profilo su quella fascia, ma è un giocatore che ricorda molto Dodo per caratteristiche e potrebbe arrivare per cifre contenute (5-6 milioni) essendo in scadenza di contratto. Quindi il centrocampo. Perché Bianco può andare a giocare altrove, Richardson non ha convinto del tutto Pioli. Lì in mezzo, fermo restando che Mandragora pare destinato a restare con i discorsi per il rinnovo rinviati a inizio settembre (le parti non sono comunque lontanissime), la Fiorentina può battere un altro colpo. Un regista classico (stile Nicolussi Caviglia) o un calciatore che possa agire anche più avanti (come Lorenzo Pellegrini, occasione degli ultimi giorni ma con la grana di un ingaggio extralarge). La sensazione è che si possa arrivare in extremis come fu lo scorso anno per Adli, Cataldi e compagni.

REGISTI. Pioli e la società puntano su Fagioli come regista, ma il processo non sembra semplicissimo. La gara di Cagliari, con una Fiorentina comunque in fase embrionale e con sulle gambe le fatiche della trasferta di Presov di tre giorni prima, ha raccontato come contro squadre dinamiche e più chiuse possa servire qualcosa di diverso là in mezzo. Segnali che si erano colti qua e là anche contro un avversario più debole come il Polissya. Pradè e Goretti agiranno per tentare di aiutare il tecnico? Una settimana per capirlo. Anche dietro, un’altra delle scommesse viola è Pongracic centrale della linea a tre. Palla al piede ci si può lavorare, nei posizionamenti e nelle letture pare invece parecchio indietro. Ma qui la strada pare per il momento tracciata, difficile (anche con l’uscita di Marì) aspettarsi un investimento importante.

VENDERE (BENE). Mentre parallelamente sarà fondamentale cedere chi non rientra nel progetto. In particolare Beltran, l’unico che può far incassare un tesoretto prezioso, anche se l’argentino ha detto no alle offerte di Flamengo e CSKA Mosca oltre gli 11 milioni. Una ‘partita’ importante per aiutare il bilancio e alleggerire il monte ingaggi, insieme alle situazioni di Barak, Ikoné, Infantino, forse Sabiri (che però pare destinato a restare). Intanto giovedì si torna in campo, a Reggio Emilia: da un lato l’occasione per vedere all’opera Dzeko e chi ha giocato meno fin qui, dall’altra la necessità di chiudere la pratica Polissya per approdare ufficialmente al girone di Conference. E vivere il sorteggio di venerdì a Monaco da teste di serie e favoriti per arrivare fino a Lipsia.

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