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Le colpe dello ieri, la paura dell’oggi e i rischi del domani

Per la Fiorentina il momento è cruciale. Contro il Lecce la squadra viola non può sbagliare. Si aprirebbe, altrimenti, un caos

Questa stagione è nata male per la Fiorentina. Il rischio è che finisca ancora peggio. C’è solo un modo per raddrizzare una rotta preoccupante: sbloccarsi, vincere col Lecce, ritrovare un po’ di fiducia, confermarsi poi giovedì a Magonza in Conference e fare altri tre punti col Genoa domenica prossima.

Questo non vorrebbe dire solamente che Pioli è rimasto aggrappato alla panchina viola, ma eviterebbe alla società di dover dar vita ad una rivoluzione a cui non sembra minimamente pronta. Almeno adesso. SE FLOP COL LECCE. Se dovesse andar male anche col Lecce, si potrebbe aprire una voragine in casa Fiorentina.

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Se in molti vanno già chiedendo ‘la testa’ di Pioli, altrettanti (da diversi mesi) hanno messo sul banco degli imputati Pradè. Se domenica andasse male, con quale forza il ds potrebbe andare ad esonerare Pioli? E, soprattutto, con quale autorità/credibilità dinanzi a piazza e proprietà andrebbe a prendere un altro allenatore dopo aver detto pubblicamente di essere lui il principale responsabile di queste difficoltà?

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In caso di dimissioni del tecnico resterebbe il secondo tema. E a quel punto, se con Pioli la società (Commisso?) decidesse di sollevare dall’incarico anche Pradè chi andrebbe a scegliere i nuovi ruoli, Ferrari? Non che non sia in grado di farlo, per carità.

Ma, visti e considerati i già farraginosi meccanismi decisionali di questa società con Commisso lontano migliaia di chilometri, si andrebbe ad aprire uno scenario così tanto delicato che è meglio non prenderlo neppure in considerazione.

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Tra l’altro, con poi una nuova gara subito alle porte giovedì in Conference e poi, a ruota, un’altra sfida delicatissima col Genoa. Insomma, sarebbe psicodramma vero. IERI. Il problema principale della Fiorentina è che… c’è sempre un problema.

Da quando è iniziata l’era Commisso c’è sempre stato qualcosa che ha causato quando annate difficili e sofferte, quando il venir meno sul più bello. Ma questa, partita con ambizioni e fanfare, ad oggi rischia di essere la più traumatica.

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Pradè ha ammesso le proprie responsabilità. Pioli ha fatto altrettanto, così come qualche giocatore. Tutti hanno commesso degli errori, chi sul campo, chi nell’allestimento della rosa e chi nelle scelte tecnico/tattiche. Chi più, chi meno.

Ma, appurato tutto ciò, pur volendo dare un peso maggiore o minore alle responsabilità di chi che sia, se Pradè, se Commisso, se Ferrari, se Pioli, se i giocatori, ci deve essere un minimo di ri-equilibrio tra colpe e valori.

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Cioè: magari sì, manca un centrocampista forte, un difensore più tecnico, un esterno, o quello che si vuole. Ma che questa Fiorentina sia da penultimo posto in classifica e che debba sudarsi la salvezza fino al termine della stagione anche no.

OGGI E DOMANI. L’oggi, da considerarsi come il trittico di partite che attendono la Fiorentina da qui alla sosta, fornisce la possibilità a questo gruppo di tirarsi fuori da un tunnel che porta dritti all’inferno. Tutti sono chiamati alla presa di coscienza di un momento che è decisivo per oggi, ma anche per il domani.

Il perché lo abbiamo detto in precedenza. In caso di tonfo anche domenica, a quel punto si andrebbe a sgretolare tutto attorno e dentro la Fiorentina. E, in caso di decisioni drastiche, non è detto che vada a migliorare, fosse non solo per la tempistica.

Per il dopo-domani c’è ancora tempo. Metti che la Fiorentina vinca col Lecce, poi col Mainz e quindi col Genoa, che magari riesca a risalire in classifica uscendo dalle zone calde e ad arrivare in fondo vincendo o la Conference o la Coppa Italia (più probabile la prima, visto il livello degli avversari inferiore, come detto da De Gea), a quel punto tutto prenderebbe una piega differente.

Oggi, tuttavia, è ‘meglio aver paura che buscarne’, piuttosto che fare gli inguaribili ottimisti. Il momento è delicato, molto. Allenatore, giocatori, ds, dg, presidente, tutti avvisati, mezzi salvati.


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