Ecco come Alessandro Catto gestirebbe la situazione attaccanti nella seconda parte della stagione
Dopo la discussa cessione di Vlahovic la Fiorentina può oggi contare su due centravanti. Il primo è Cabral, acquisto accolto da grandi aspettative e, ad avviso dello scrivente, eccessivi entusiasmi di buona parte della piazza. Pochi gol da gennaio ad oggi, diverse gare incolori per un giocatore che pare davvero faticare. Il secondo è Jovic, che tra alti e bassi da settembre ha raccolto un discreto bottino di gol ma con caratteristiche tecniche e interpretative che non ne fanno un vero e proprio centravanti.
Da qui richieste di intervento sul mercato che tuttavia nascondono forti problemi: l’acquisto di una terza punta che rischierebbe di far indietreggiare ulteriormente nelle gerarchie almeno uno dei due investimenti. Inoltre la tradizionale conformazione del mercato invernale vede le punte forti rimanere al loro posto, se non a fronte di cifre irrinunciabili. Last but not least, rientrare a gennaio della cifra spesa per Cabral ad oggi sembra complesso e non sembra esserci all’orizzonte volontà e motivo di liberarsi di Jovic, giocatore tecnicamente superiore e in ogni caso utile.
Per quel che riguarda le altre occasioni, troverei poco utile il comprare un giocatore alla Henry o alla Djuric, che rischierebbe di rimanere nelle fila gigliate per diverse sessioni, impedendo acquisti risolventi. Troverei sconsigliabile anche l’acquisto di un Arnautovic, che per età non sembra il miglior profilo per la nostra politica di crescita e valorizzazione. Un’intrigante eccezione riguarderebbe Sabiri, giocatore estremamente duttile che, se acquistato per il ruolo di esterno, con un po’ di visione e coraggio potrebbe per caratteristiche, fisicità e feeling con il gol essere provato anche nel ruolo di prima punta.
Al netto delle sperimentazioni, la soluzione più razionale anche a fronte degli investimenti fatti mi sembra quindi quella di proseguire fino all’estate con Cabral e Jovic, capendo al meglio le caratteristiche dei due e usando i loro punti deboli di modo che diventino punti di forza. Utilizzare Cabral nelle partite o negli spezzoni di gara in cui la squadra, agendo di ripartenza, possa sfruttare le sue progressioni, pur se doverose di una razionalizzazione; e utilizzare Jovic quale stoccatore da ultimi 20 metri quando si deve condurre il gioco cercando il dialogo nello stretto, similmente a quanto successo contro la Salernitana. Paradossalmente, una gestione opposta di quella vista contro il Milan, dove nel primo tempo sarebbe stato più utile Jovic stando alti e nel secondo, a squadre spaccate, le progressioni di Cabral.
Tanto per fare un esempio, una soluzione gestionale simile a quella del Lecce di Corvino, nel quale Colombo (bel prospetto in vista dell’estate) risulta utile quale punta tradizionale e Ceesay viene riservato nei momenti nei quali è più utile la ripartenza veloce. Questo permetterebbe di valutare e sfruttare più a fondo i nostri due giocatori, cercando di arrivare all’estate per poi tornare sul mercato oppure confermare, a fronte di importanti dimostrazioni, gli interpreti che avranno meritato.
Ad oggi la soluzione che consiglierei sarebbe la conferma di Jovic e la sostituzione di Cabral con una prima punta giovane, forte ed adatta alle caratteristiche del mister, come poteva essere Scamacca dopo la cessione di Vlahovic, provando a cedere definitivamente o temporaneamente il brasiliano approfittando delle maggiori occasioni estive. Ma se da qui a giugno la tattica consigliata dovesse aiutare anche lui, avremmo solo di che guadagnarne.
Di
Alessandro Catto