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La stima di Palladino ma tante panchine e battute a vuoto: Sottil in attesa della svolta

L’allenatore aveva subito elogiato un talento da rilanciare, però per il classe ’99 sempre panchina in campionato e pochi lampi in Europa

“Per me è un giocatore forte, vale lo stesso discorso fatto per Gonzalez, difficile quando li incontri. Sottil ha tutto per fare il calciatore ad alti livelli. Ha estro, qualità, fantasia. Mi prendo la responsabilità di metterlo nelle condizioni migliori poi sta anche a lui dimostrare il suo valore”. Parlava così Raffaele Palladino nel giorno della sua presentazione a proposito di Riccardo Sottil. Un’investitura che sancì subito una grande stima da parte del tecnico sull’esterno classe ’99. Un giocatore di talento da rilanciare. Parole che sembravano poter aprire un nuovo capitolo della storia in viola di un giocatore, cresciuto nel settore giovanile, che negli ultimi anni non era mai riuscito a dimostrare tutto il proprio potenziale. Un valore che in tanti gli attribuivano e gli attribuiscono, ma che raramente il ragazzo ha saputo mettere in pratica.

AFFOLLATO. Qualche lampo, sì. Come lo scorso anno, con i gol in fila contro Sassuolo e Club Brugge (importantissimo) frenati però da uno sfortunato infortunio. Così, con tutta la preparazione fatta con la squadra, sembrava potesse essere la volta buona. Inizio di ritiro anche discreto nelle amichevoli per Sottil, poi i primi dubbi: come collocarlo nel 3-4-2-1 inizialmente scelto da Palladino? Da trequartista puro sembrava fare un po’ di fatica, impressioni confermate dalle prime uscite, dopo un’estate da titolare nelle amichevoli. Un pacchetto di trequartisti tra l’altro poi affollato, con anche Beltran, Kouame e poi soprattutto Gudmundsson per quelle zone di campo.

NUOVO MODULO. Le cose potevano cambiare, e potrebbero farlo ancora, con il 4-2-3-1. Con Gudmundsson centrale e Colpani a destra, a sinistra si possono aprire più spazi. Ma nelle ultime tre gare di campionato Sottil ha giocato appena i 9 minuti finali contro l’Empoli, poi due panchine contro Lazio e Milan, mentre in Conference era partito titolare contro il The New Saints, per poi uscire dopo 56 minuti. Una gara fortemente negativa, contro i gallesi, che ha ‘costretto’ Palladino ad inserire Gudmundsson per cambiare la partita. “Giocherà titolare, dimostrerà il suo valore. Penso che sia un giocatore importante per questo club. Ho apprezzato il suo atteggiamento, anche quando non ha trovato spazio: si è sempre allenato bene e quando è entrato ha dato il suo contributo”, aveva detto prima del match l’allenatore confermando la fiducia sul classe ’99. Ma il campo ha di nuovo detto altro, di pochi spunti produttivi, troppe scelte sbagliate negli ultimi metri. Accelerazioni fini a se stesse. Un remake di tante prove di Ricky in questi anni.

IN ATTESA DELLA SVOLTA. Un peccato, perché Sottil era partito discretamente, con il gol contro la Puskas Akademia che aveva avviato la rimonta d’andata nei playoff. Ma in totale per lui solo 4 spezzoni finali in campionato, con 58 minuti complessivi e 3 gare totalmente in panchina, mentre 3 gare da 190 minuti complessivi in Conference. Quasi sempre senza lasciare il segno, spesso innocuo per le difese avversarie. Un cambio di tendenza che insomma non è mai arrivato fin qui. Ancora tanti banchi di prova, ci mancherebbe, anche se come esterno a sinistra pure con il nuovo modulo Palladino gli ha più volte preferito anche Bove. A giugno 2021 la Fiorentina rinunciò ai 10 milioni di riscatto del Cagliari controriscattando Sottil, puntando, investendo altri 2 milioni, sulle prospettive di un (ex) giovane di potenzialità. Più di tre anni dopo, però, qualche sprazzo di talento ma anche parecchie battute a vuoto. E una svolta che, ancora, tarda ad arrivare.

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