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La rivoluzione di Palladino: difesa e duelli individuali, la chiave del suo gioco

Focus sull’aspetto tattico dell’esordio in campionato della squadra viola

Come riportato da La Repubblica, la prima uscita ufficiale della sua nuova Fiorentina ha raccontato di una squadra ancora in costruzione. Incompleta per definizione, così come naturale che sia con due settimane di calciomercato dove tutto può accadere.

In entrata e in uscita. Più che un cantiere, quello viola potrebbe essere un puzzle. Alcune tessere sono rimaste, altre sono già state aggiunte e altre andranno piazzate al posto giusto. Poi c’è l’affinità di gioco, quella che si ritrova soltanto tramite la convivenza in allenamento e salendo di ritmo in partita.

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Gli schemi, ok. Le situazioni da provare e riprovare, giusto. Ma soprattutto le letture, la sintonia, la capacità di conoscersi per trovarsi al primo tentativo. […] Quella di Palladino è una piccola ma essenziale rivoluzione che parte prima da una filosofia di gioco, passa per il suo spirito di adattamento e interpretazione, arriva dunque alla questione tattica.

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E la difesa, nella sua concezione, assume un ruolo determinante. Anzi, meglio essere chiari: è la fase difensiva, concetto che avvolge ogni reparto e che responsabilizza ogni singolo elemento in campo.

In fase di impostazione l’idea è quella di ripartire dal basso, fin dai piedi del portiere, con l’obiettivo di attrarre l’avversario fino all’altezza della propria area di rigore per poi liberare rapidamente il pallone ricercando l’ampiezza (ovvero le fasce) oppure andando in verticale e dunque bucando la zona centrale fino agli interpreti offensivi e dunque la punta.

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Se fuori dal campo sarà compito della dirigenza trovare un interprete di qualità che possa accontentare Palladino, dal punto di vista del gioco il tecnico fin da ieri al Viola Park ha ripreso in mano i concetti chiave del suo credo.

Schierare una linea a tre significa compattarsi a cinque in fase difensiva: i due laterali, che giocano molto larghi, si devono unire ai difensori per bloccare i potenziali duelli individuali degli avversari. Col Parma più volte i viola sono andati in difficoltà, specie nel primo tempo, aprendosi e non riuscendo a chiudersi con efficacia tempismo.

Baricentro alto e scelte non sempre azzeccate, anche in fase di ripartenza.

Il centrocampo poi deve aiutare a fare filtro, spezzando i ritmi altrui e indirizzando gli avversari verso gli esterni. Non è un caso se contro il Parma i giocatori a toccare più palloni siano stati Dodò e Biraghi (e Amrabat tra loro): segno che sugli esterni passa molto del gioco viola.

Dodò e Kayode hanno realizzato più dribbling tra tutti gli interpreti: sono i duelli individuali, l’uno contro uno che parte in difesa e si applica a ogni zona del campo. In fase difensiva uomo su uomo, con tutti i vantaggi (da sviluppare) e i rischi (da smussare) del caso.

Il doppio giallo a Pongracic mette in evidenza come alcuni concetti dovranno essere assimilati nel tempo. E poi c’è il mercato: la ricerca di un centrale che possa completare il reparto. Tra le tante situazioni che la dirigenza dovrà approfondire nei prossimi giorni, quella della difesa probabilmente assurge al grado di priorità.


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