Il Bologna aggancia il treno per l’Europa, i viola non centrano una storica nona vittoria di fila
La Fiorentina non suona la Nona (vittoria) di fila, il Bologna mette insieme un secondo tempo che è un concerto rock, ritmo squassante, pulsazioni e impulsi che certificano l’Italianità (“i” maiuscola) definitiva, ovvero quell’appartenenza evidente a Vincenzo Italiano che si prende il treno-Europa al 7° posto nel giorno dell’incontro con la ex. La sostanza la si vede nella ripresa: Fiorentina che si annoda, Bologna che la attorciglia con la forza dell’insistenza, delle idee, della riconquista rapida, della pressione e dell’identità sempre più palese, quella che porta Castro a prendere un palo e lo stesso argentino a trovare il Conceiçao del Bologna (Dominguez), tipino pieno di adrenalina e punti esclamativi, che apre al vantaggio di Odgaard. Così scrive La Gazzetta dello Sport.
PALLEGGIO VIOLA. In un primo tempo da equilibrio ed equilibrismi, più viola che casalingo, la cosa che più si nota è la proprietà, l’eleganza, la sicurezza e la capacità di palleggio della Fiorentina: sbaglia poco, cerca di uscire dalla prima pressione, si appoggia a Kean che sembra il manuale del giovane attaccante moderno (applausi) e dietro a lui si muovono tutti con spunti e inserimenti in maniera costante e pericolosa. Palladino (assente perché colpito dal lutto in mattinata, è scomparsa la mamma Rosa: condoglianze) ha messo in piedi un impianto sicuro e forte, soprattutto pieno di automatismi reali e autostima applicata. Le occasioni nel primo tempo le ha più il Bologna e i tiri alti da fuori di Dominguez e Odgaard mostrano quanto sia difficile entrare in area della Fiorentina. Che ha una doppia occasione (Kean e Beltran, nel giro di un secondo) e una protesta da fare: lanciato a rete col solito gioco in velocità, Gudmundsson tira appena prima che Skorupski nell’uscita lo impatti: l’islandese salta l’ostacolo ma viene toccato e recrimina, Fabbri lascia giocare, Abisso al Var pure. Non c’è un’uscita spericolata: niente ma rischio grosso evidente. Morale del primo tempo: ci fossero i punti ai colpi assegnati, la Viola avrebbe il muso davanti.
RIPRESA ROSSOBLU’. Ma poi entra un altro Bologna, come se avesse deciso di piazzare una maschera resiliente prima e spietata poi. Al 1’ Castro va via in zona intermedia e colpisce il palo alla destra di De Gea, pochi minuti dopo Odgaard impegna lo spagnolo con una botta da fuori piena di sostanza, fino al vantaggio. La reazione viola è flebile dopo i cambi, la Fiorentina perde duelli e fiducia oltre alla possibilità di stabilire il record di nove vittorie di fila.
Di
Redazione LaViola.it