E’ diventato un idolo salvando l’Hertha due stagioni fa ai playout, poi però nell’ultima stagione è retrocesso incassando in media più di due gol a partita. Può essere il futuro della Nazionale danese
Sarà con ogni probabilità Oliver Christensen, classe ’99 danese, il prossimo portiere della Fiorentina. Praticamente tutto fatto con l’Hertha Berlino, società con cui i viola avevano già trattato poco tempo fa Piatek (e dove ha giocato con Jovetic e Boateng). Arriverà a Firenze per circa 5 milioni, e si giocherà il posto da titolare con Terracciano. Un metro e novanta di altezza, cresciuto tanto nelle ultime stagioni a livello di tecnica ed esplosività nelle parate (“Una crescita eccezionale, un ragazzo che guarda sempre avanti ed è molto stabile anche in caso di errori”, disse il suo tecnico Sandro Schwarz). Un portiere tutto da scoprire, che arriva dopo una stagione deludente all’Hertha Berlino: retrocessione con 68 gol presi in 33 partite (con soli 3 clean sheet). La media è presto fatta, più di due reti incassate a partita. Non bene, ma ovviamente non colpa (solo) sua.
UN IDOLO. Perché nonostante tutto Christensen si è fatto notare nei tentativi di tenere a galla i tedeschi. Anche in Inghilterra, prima dell’affare ormai in dirittura con la Fiorentina. Che gli permetterà di giocarsi un posto da titolare. In realtà, la storia del portiere danese è abbastanza particolare. Proprio a Berlino è diventato, nonostante tutto, un idolo. Merito delle sue prestazioni nello spareggio salvezza di due stagioni fa. L’Hertha se la doveva vedere con l’Amburgo, ma per le due partite decisive i primi due portieri Lotka e Schwolow, che si erano alternati durante la stagione, erano indisponibili. Speranze gioco-forza riposte nel terzo portiere, Christensen appunto, mai impiegato in Bundes. E alla fine, dopo il 2-0 al ritorno (con porta inviolata) che ribaltò lo 0-1 dell’andata, tutti ad esultare con l’eroe inatteso della salvezza.
OCCASIONI SFRUTTATE. La festa, appunto, fece diventare un idolo Oliver, tanto che a Berlino è nato un tormentone per la Christensen-dance, legata al balletto del portiere sotto i tifosi. Da lì sono partite tante gag social, con il classe ’99 trasformato in un video anche in Super Saiyan per i suoi interventi prodigiosi. L’ultima annata, come detto, è stata molto più complicata, culminata con la retrocessione. Christensen era arrivato per 3 milioni nell’estate 2021 all’Hertha dall’Odense Boldklub (OB), squadra danese con la quale aveva disputato sempre campionati da metà classifica in patria (84 gol presi in 71 partite giocate in totale, con 21 clean sheet). Anche nell’OB aveva saputo cogliere l’occasione: dopo il suo ottimo esordio, a 19 anni, nel 2018, si guadagnò la titolarità nonostante la giovanissima età per le stagioni successive. In quegli anni gli venne affibbiato anche il soprannome di “Gribben fra Kerteminde”, ovvero “Avvoltoio di Kerteminde“, per la sua grande ‘apertura alare’ (riferita alle braccia) durante le uscite. Kerteminde, invece, è la città natale di Christensen, sull’isola di Funen, la terza più grande della Danimarca.
IL FUTURO DELLA DANIMARCA? In Nazionale Christensen vanta una sola presenza, nel 2020, mentre era stato convocato al Mondiale in Qatar (senza scendere in campo). In molti lo considerano il possibile futuro della Danimarca, una corsa che lo vedrà sfidare non solo il 31enne Ronnow dell’Union Berlino, ma anche il 23enne Hermansen (appena passato dal Brondby al Leicester) non appena darà l’addio Kasper Schmeichel, 37enne ex bandiera proprio delle Foxies da un anno al Nizza (la Fiorentina lo ha appena sfidato in amichevole).
DA SCOPRIRE. Un portiere che sarà subito pronto, visto che la Bundesliga II è già iniziata e Christensen ha già giocato due partite con l’Hertha (perdendo però entrambe per 1-0). Un portiere tutto da scoprire, non solo per l’affidabilità tra i pali, ma soprattutto per il gioco con i piedi, aspetto fondamentale per Italiano. I dirigenti, però, hanno scelto alla fine lui per affiancare Terracciano. Un anno dopo la scommessa persa Gollini, stavolta arriva un investimento a titolo definitivo per un giovane chiamato a dimostrare il suo valore.
Di
Marco Pecorini