L’intervista all’ex centrocampista ceco, tra i protagonisti della finale di Coppa Uefa del 1990, l’ultima finale europea che disputata dalla Fiorentina
L’ex viola Lubos Kubik era tra i protagonisti di quella Coppa Uefa che nel 1990 la sua Fiorentina perse nella doppia finale contro la Juventus. Una gara maledetta che però rappresenta ancora oggi l’ultimo grande appuntamento di un torneo Uefa giocato dai viola, in attesa della notte del 7 giugno a Praga, la città dove Kubik con la maglia dello Slavia si è consacrato prima di approdare in riva all’Arno. Questo un estratto dell’intervista a Kubik, pubblicata sulle pagine del Corriere dello Sport: «Ho già parlato con Barak e gli ho spiegato cosa abbia voluto dire per Firenze perdere quella finale di 33 anni fa. Ricordo tutto come se fosse oggi. L’handicap più grande per noi fu il non poter giocare la gara di ritorno davanti ai nostri tifosi a Firenze. La Uefa optò per Avellino in virtù della squalifica del Franchi ma quando uscimmo sul terreno di gioco per riscaldarci trovammo uno stadio pieno quasi solo di tifosi della Juventus, che già ci aveva battuto all’andata 3-1. Stavolta però, a Praga, sarà tutto diverso».
Come mai?
«Intanto perché la gara si gioca in un turno secco. E poi perché lo stadio sarà equamente distribuito tra i tifosi viola e quelli del West Ham. Ho detto a Barak che questa Fiorentina ha più chance di vincere rispetto alla mia, anche perché gli inglesi sono una squadra con valori simili a quella di Italiano».
Peraltro si giocherà in uno stadio, quello dello Slavia, che lei conosce bene…
«Sì, anche se rispetto a quando all’Eden Arena giocavo io tutto è cambiato: adesso l’impianto è più moderno. Sotto certi punti di vista è meglio ma la conseguenza è stata che la capienza è stata ridotta: da 35mila posti è passato ad averne nemmeno 20mila».
Della Fiorentina di questa stagione che idea si è fatto?
«L’ho seguita molte volte, sia in Serie A che in Conference. È una squadra divertente, che è riuscita ad arrivare lucida a fine anno nonostante le tantissime gare giocate: è stata un’annata molto positiva soprattutto per merito di Italiano».
E del suo amico Barak che dice?
«Il suo inizio a Firenze non è stato facile: ambientarsi in una squadra che gioca per così tanti obiettivi, dove Italiano è stato costretto a fare turnover, non è semplice per nessuno ma penso che Tony abbia portato a termine un’annata buona. Impreziosita dal gol di Basilea che ha regalato alla Fiorentina la finale di Conference. Però non deve accontentarsi: Barak può dare di più e anche lui lo sa».
Nel West Ham giocano altri due ex Slavia Praga, come lei e Barak: Soucek e Coufal.
«Li ho seguiti spesso: se gli Hammers sono arrivati in finale, lo devono anche alle loro qualità e fisicità. Soucek è una sentenza sui calci piazzati ma anche Coufal è un stato fin qui un elemento basilare per Moyes».
Di
Redazione LaViola.it