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Kean e l'importanza di sentirsi importante. Incompreso da molti, valorizzato dalla Fiorentina

Ha iniziato a girare a 17 anni, in tanti lo volevano già pronto quando non lo era. La Juve non ci ha mai creduto fino in fondo

Se negli stravaganti test d’ingresso a medicina ci fosse il quiz “quanti anni ha Kean”, da qui in avanti mancherebbero ancora più medici: sbaglierebbero tutti. Da quanto lo vediamo in giro, da quanto ne parliamo, la riposta giusta sembrerebbe 34.

Invece ne ha 24. E anche in questi tempi di precocismo spinto, con questa nuova tendenza che li vuole imparati all’asilo, comunque Kean resta un giovane. Eppure: da quando è a Firenze, da quando ha tagliato il cordone ombelicale con la grande madre Juve, se guarda lo specchio non vede più un punto di domanda, vede un giocatore fatto e finito.

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Così scrive Il Corriere dello Sport - Stadio. SENZA FIDUCIA. Il campionato, la nazionale, l’Italia intera si ritrovano un centravanti così come l’avevano sempre intuito, assaggiato, immaginato, però con la solita fretta, secondo la nostra illuminata cultura del tutto e subito.

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Quello che Kean sembrava, Kean è. Può essere che qualcuno gli rinfacci di averci messo un po’, pure troppo, ma tutto è relativo: questa storia può essere riletta dalla fine al principio, da questi gol viola alle giovanili di Torino e Juve, scoprendo che dentro non c’è l’indolenza, la vacuità, l’incoscienza di tanti smidollati che non arrivano mai, ma magari la tenacia e la forza di un ragazzo italiano che vuole arrivare sul serio.

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Kean è partito a 17 anni, ha vestito molte divise e anche molte maschere, alla Juve ci hanno creduto qualche volta senza crederci mai, in Inghilterra e in Francia hanno preteso che fosse grande prima ancora di diventarlo, tutti senza pazienza, tutti senza indulgenza.

VALORIZZATO. Ogni vita ha il suo snodo e il suo big bang, momento in cui qualcosa scatta e finalmente salta fuori il migliore io. Questo della Fiorentina ha tutta l’aria del big bang di Kean. Dopo tutto, non sembra neanche tanto complicato scoprire un perchè: a Firenze sta toccando con mano il piacere impagabile che sognano tutti gli uomini, in qualsiasi campo, a qualsiasi età, il piacere d’essere cercati, considerati, ammirati.

Scoprirsi finalmente qualcosa d’importante per qualcuno, sentirsi al centro senza il timore che ad ogni momento ti dicano scansati, godersi l’idea di non essere un tappabuchi, un riempitivo, un sostituto, un ripiego, giudicato per quello che sei e non per quello che gli altri vorrebbero fossi.


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