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Italiano: "Domani è una rivincita. Non voglio rivedere le facce di Praga. 3 anni fa tutto ciò era impensabile"

7 min di lettura

Le dichiarazioni del tecnico gigliato nella conferenza stampa che anticipa la finale di Conference: "Le parole chiave sono identità e furore"

Vincenzo Italiano, allenatore della Fiorentina, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della finale di Conference League contro l'Olympiacos. Queste le sue dichiarazioni: "Se sento più ottimismo rispetto all'anno scorso?

L'unico aspetto differente dall'anno scorso è che queste situazioni le abbiamo già vissute: l'attesa, la preparazione, tutti questi incontri coi giornalisti, l'importanza della gara. Queste sono partite 50-50, siamo entrambi forti, dobbiamo cercare di giocare una partita degna di una finale.

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Un po' di esperienza la abbiamo, cerchiamo di farla valere. Sto vivendo questa partita con grande attesa, per noi è una sorta di rivincita, abbiamo avuto la capacità di tornarci un'altra volta e in Europa non è facile. Bravi a tornare qui, ora massima attenzione, dobbiamo fare di tutto per non commettere errori, essere concreti, dare tutto quello che abbiamo.

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Insomma, quello che richiede una finale. L'anno scorso l'epilogo non è stato bello, quest'anno cercheremo di mettere in campo quell'amarezza per farla finire in maniera diversa, sapendo che il nostro avversario è forte e preparato".

DODO. "Da quando è rientrato nessuno si aspettava di ritorvarlo in questa condizione, già pronto per prestazioni di alto livello. È sempre sceso in campo andando forte. All'inizio abbiamo cercato di gestirlo, ma dal momento in cui è tornato al 100% di condizione si è espresso ai suoi livelli.

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Il ragazzo sta bene, penso alla semifinale di ritorno a Brugge in cui ha giocato una grande gara. E' un ragazzo esperto, conosce questo tipo di partite, averlo al 100% per noi è un'arma in più. In quel ruolo abbiamo anche Kayode, che ha fatto un grande campionato, e anche un ragazzo esperto come Faraoni".

QUAL È LA PAROLA CHIAVE PER QUESTA FINALE. "L'identità, non dobbiamo mai perderla. Me lo sentono ripetere da tre anni. L'organizzazione e il credo calcistico sono quelli che ti hanno permesso di arrivare a giocare una finale.

Però, a livello individuale, bisognerà fare aggiustamenti a quello che è una finale: massima percezione del pericolo, massima concretezza, massima concentrazione in tutto, anche un semplice fallo laterale battuto bene. Se devo aggiungere un'altra roba, dico furore agonistico, quello non deve mancare".

EL KAABI. "Abbiamo portato delle catene e dei lucchetti (ride, ndr). Arriva con una grande autostima a questa finale, perché nelle ultime gare in Europa sia lui che la squadra hanno fatto davvero un grande lavoro. In semifinale hanno battuto una delle favorite con prestazioni di alto livello.

Lui sta segnando con regolarità, è pericoloso in tutte le situazioni. Sappiamo che è un punto di forza dell'avversario, abbiamo cercato di preparare degli aspetti tattici che possano limitarlo. Con concentrazione e spirito di abnegazione penso che possiamo farlo".

OLYMPIACOS GIOCA 'IN CASA'. "Non sapevo che l'Olympiacos avesse già vinto qui, un altro pericolo che si aggiunge a tutti gli altri. Però alla fine, quando si scende in campo ci si dimentica di tutto. Metà stadio sarà per la Fiorentina, metà per l'Olympiacos.

Vero: loro giocano nella città dove vivono e giocano, però secondo me non cambia nulla. Nel momento in cui fischia l'arbitro tutto passa in secondo piano. Loro non hanno viaggiato come noi, hanno la possibilità di lavorare a casa, ma nel momento in cui si scende in campo resta questo 50-50.

Chi avrà più fuoco dentro la porterà a casa". DIFFICOLTÀ IN CAMPIONATO. "Vuoi o non vuoi, il percorso in Europa qualcosa ti toglie. Soprattutto la Conference, che si gioca di giovedì. Hai poco spazio per recuperare e preparare partite.

Vero che noi riusciamo a coinvolgere tutti e a ruotare molto, però sono convinto che tolga qualcosa. Quella concentrazione che abbiamo avuto in Europa ogni tanto in campionato c'è mancata, però secondo me non abbiamo fatto così male in Serie A, ottenendo un settimo posto e due ottavi posti, qualificandoci in Europa.

Volevamo fare qualcosa in più, non ci siamo riusciti, ma siamo riusciti a giocarci una doppia finale europea. Tra Serie A, Conference, Coppa Italia e anche la Supercoppa, penso che il nostro cammino sia super positivo. Quando sono arrivato a Firenze, pensare di presentarmi davanti a una platea del genere non era neanche nell'anticamera del mio cervello.

Per me era impensabile giocarsi tutte queste semifinali e finali. Domani abbiamo la possibilità di raggiungere questa benedetta gioia, la inseguiamo da tempo". QUANTO SONO CAMBIATI LA FIORENTINA E ITALIANO DALL'ESTATE 2021. "Dopo tre anni è normale essere diverso da quando sono arrivato.

Il mio sogno era arrivare in Europa con la Fiorentina e ci sono riuscito. Era per me la prima esperienza, quindi il mio bagaglio di conoscenze è cresciuto notevolmente. Anche a livello tattico e tecnico ho scoperto aspetti nuovi.

In questi 3 anni non mi sono fatto mancare niente. Credo di essere diverso: non dico cresciuto o migliorato, ma diverso. Ma questo lo sapevo, perché quando hai a disposizione calciatori di questo livello sai già che qualcosina la devi modificare.

Sono molto diverso dal 2021. Quando penso a Praga penso a una partita affrontata nel migliore dei modi, ma alcuni episodi non ci hanno permesso di festeggiare. Penso alle facce dei ragazzi al fischio finale,  facce che non vorrei vedere domani.

Domani dobbiamo scendere in campo come se ogni palla fosse l'ultima della nostra carriera, perché nessuno ci darà la certezza di ritornare a disputare partite così importanti. Praga ha fatto male a tutti noi, a tutta Firenze, a tutta la società.

Domani cercheremo di ribaltare la situazione". MENDILIBAR. "Col suo arrivo l'Olympiacos ha trovato la quadra, iniziando ad andare forte soprattutto in Europa. E' una squadra organizzata, che sa dare pressione, giocare sotto la linea della palla, attaccare diretto.

Ha giocatori esperti, di qualità, di talento. Se una squadra arriva in finale già questo ne determina il valore. Quello che ci fa più paura è quest'entusiasmo: dobbiamo cercare di metterli in difficoltà. Chiunque concede, come facciamo noi, se siamo concreti e giochiamo con qualità possiamo metterli in difficoltà".

CALCI DI RIGORE. "Li abbiamo provati, devo dire la verità. Può essere una possibilità. Ne abbiamo tanti che hanno la personalità per batterli. Abbiamo passato due turni di Coppa Italia ai rigori, anche se qualcuno in campionato sbagliato ci è costato dei punti".

FIORETTO IN CASO DI VITTORIA. "Non ci ho pensato, ci penserò da adesso. Ho un ginocchio che non mi permette grandi cose. Non capiterà, ma se dovesse capitare poi qualcosa ce lo inventeremo". SE UN SUCCESSO POTREBBE CONDIZIONARE IL MIO FUTURO NEL CALCIO.

"Il telefono spesso è spento o silenzioso, non mi interessa ascoltare niente. Sono stato concentrato su tutte le partite importanti che abbiamo disputato. Non voglio distrarmi e pensare ad altro, tutto può accadere, il calcio è strano.

Pensiamo a questa partita  poi si valuterà tutto". SE LA PARTITA DI DOMANI PUÒ RAPPRESENTARE LA CHIUSURA DI UN CERCHIO. "Secondo me è stato fatto un gran lavoro, ma dal momento in cui siamo di nuovo qui domani dobbiamo cercare di aggiungere qualcosa a questo percorso ottimo, pieno di soddisfazioni.

Domani dobbiamo cercare di fare di tutto per aggiungere questa ciliegina". OPPORTUNITÀ DI REGALARE ALL'ITALIA NOVE SQUADRE IN EUROPA. "Abbiamo anche questa 'responsabilità' in più. Sarebbe davvero spettacolare. Nove squadre in Europa non è mai successo.

Vogliamo dare questa gioia al Torino, cercheremo di andar forte per far ottenere al calcio italiano un'altra squadra in Europa. E' sempre bello giocare queste partite, me ne sono accorto in questi due anni". INCONTRO CON COMMISSO.

"Come sempre il presidente è carico, non è come me che soffro i viaggi in aereo, lui arriva sempre sorridente e carico. Sempre un piacere vederlo. Oggi appena arrivato ha fatto un discorso alla squadra. Questo suo entusasmo, questa sua voglia, riesce a trasmetterla alla grande.

Non devo neanche aggiungere che domani in campo qualche goccia di sudore va buttata per lui, per la sua famiglia, per Joe Barone, per la famiglia di Joe Barone. Per tutto quel che abbiamo vissuto in questi mesi: la Fiorentina e soprattutto il presidente non meritava di vivere momenti così brutti, per la perdita di un amico.

Dentro lo spogliatoio ci sono le immagini di Joe e il presidente...".


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