Il tecnico continua a sottolineare i limiti della sua rosa ma nonostante il mercato aperto non arrivano rinforzi per le sue idee di calcio
Uscito con le ossa rotte insieme a squadra e società dalla semifinale di Supercoppa contro un Napoli campione d’Italia in carica ma parso alla portata, Vincenzo Italiano ammette: «Non salvo niente di questa partita, l’obiettivo era andare in finale e ne avevamo la possibilità. Ma abbiamo delle lacune e sono venute fuori». Scrive Tuttosport.
Non è la prima volta che il tecnico solleva il velo sulle carenze offensive del proprio gruppo pur essendo riuscito fin qui a fare miracoli. Ma dopo il 3-0 subito nel deserto di Riad è arrivato il momento di pretendere dalla dirigenza – a ora sorda e traccheggiante – investimenti immediati e chiarezza sugli obiettivi. Inevitabile quindi il confronto. Poi a giugno allenatore e club valuteranno al di là dell’opzione al 2025 ancora da esercitare se proseguire ancora o dirsi addio dopo tre anni.
Fino ad allora però Italiano e la Fiorentina, vanificata la chance-Supercoppa (ennesimo rimpianto dopo le due finali perse), sono ancora in corsa in Coppa Italia (semifinali con l’Atalanta) e Conference League (ottavi). E in campionato malgrado i recenti risultati (ko a Sassuolo e pari interno con l’Udinese) sono ancora quarti. Posizione inaspettata per questo da corroborare con innesti funzionali e pronti, per dare alternative al tecnico e rafforzare una rosa che è andata oltre i limiti e adesso sta pagando dazio complici anche i forfait di Nico Gonzalez e Dodò e la stanchezza di Bonaventura e Arthur.
Ma le ambizioni di Italiano, dei suoi ragazzi e della piazza collimano con quelle di Rocco Commisso?
Firenze inizia a rumoreggiare anche se, come domenica scorsa in curva Fiesole, si è scelto per ora di contestare il sindaco per lo stadio piuttosto che il club per l’immobilismo sul mercato. Eppure il progetto-Fiorentina ha bisogno di essere puntellato: l’unico giocatore arrivato in estate e che ha aggiunto realmente qualcosa (Arthur) è della Juve, Mina e Infantino hanno giocato meno di 200’, Maxime Lopez gioca col contagocce, Parisi di rado è titolare, Nzola è dato periodicamente in partenza. A metà dicembre poi si è fermato il giocatore più forte, Nico Gonzalez, ed era arcinoto che Kouamé avrebbe fatto la Coppa d’Africa.
Così Italiano si è ritrovato con soli due esterni offensivi, Ikoné e Brekalo, fra i viola più deludenti: il francese l’altra sera ha sprecato il rigore del possibile 1-1 (non ne batteva uno da 3 anni) e come il croato ha da giorni la valigia in mano (contatti agente-club). Però ad oggi nulla s’è mosso tolto l’arrivo del terzino Faraoni. Giovedì il dg Barone ha detto a Mediaset: «Rammarico per non essere riusciti a dare a Italiano i rinforzi sperati? Il nostro mercato è sui dettagli, abbiamo pazienza e una fiducia immensa verso il gruppo e l’allenatore». Il 3-0 subito dalla Fiorentina, tornata ieri a Firenze via Bologna, deve però spingere la dirigenza a evitare che l’annata si trasformi in rimpianto.
«Questo ko fa troppo male – rumina Arthur – Ora però va archiviato mettendo subito la testa a posto, la stagione è lunga, possiamo ancora vincere qualche titolo». In Inghilterra accostano il centrocampista classe 2004 Jordan James a vari club compresa la Fiorentina che segue sempre Vargas dell’Augsburg e Rodri Sanchez del Betis il quale piace pure al Genoa dove milita l’attaccante Gudmundsson, apprezzatissimo dai viola al pari di Laurienté del Sassuolo. I due però costano molto e sono già nel mirino delle big mentre la società di Commisso continua a sfogliare la margherita.
Di
Redazione LaViola.it