Il fiorentino Baroni e quel Palladino stimato da Lotito. Incroci di panchine in Lazio-Fiorentina
Le storie dei due allenatori all'interno della partita dell'Olimpico. Uno vola e ha convinto gli scettici, l'altro vive il momento più complicato
Non è il classico "cosa sarebbe successo se...", ma poco ci manca. Perché le storie di Marco Baroni e Raffaele Palladino si intrecciano con quelle di Fiorentina e Lazio. Da una parte un fiorentino doc, tifoso viola, dall'altra un tecnico stimato da tempo dal presidente biancoceleste.
Nel mezzo un incrocio che può dire tanto sulle ambizioni europee delle due squadre. MOMENTO OPPOSTO. Lazio-Fiorentina passerà tanto dalle idee dei due allenatori. Dal calcio propositivo del tecnico biancoceleste, dalla voglia di dimostrare, da parte di quello viola, che si può uscire dalla crisi con le idee giuste.
Momento opposto per Baroni e Palladino: il primo vola in testa al girone di Europa League, ha saputo rialzarsi da qualche inciampo in campionato, il secondo è immerso nella crisi di 2 punti nelle ultime 6 partite e deve dimostrare di avere ancora la forza per svoltare.
Così come all'andata, quando cambiò tutto all'intervallo al Franchi. L'impressione è che stavolta serva anche qualcosa in più, perché il momento pare molto più complicato di allora. FIORENTINO DOC. Ma dentro la partita ci saranno anche le storie dei due tecnici.
Marco Baroni è un fiorentino vero, nato alle Due Strade, ha giocato nel settore giovanile viola, ha esordito nell''82 in prima squadra in Serie A. Ha giocato nella Rondinella e proprio dalla Rondine è partita la carriera di allenatore: tra le tante anche piazze di zona, Montevarchi, Carrarese, Siena.
Gavetta vera. Fino all'exploit di Lecce: promozione dalla B alla A e salvezza nella stagione successiva, per poi fare una vera e propria impresa a Verona con mezza squadra smantellata a gennaio. Da qui la scelta (che suonò come clamorosa) di Lotito: fuori Tudor, dentro Baroni in estate.
Per qualcuno un azzardo, ma sul campo il 61enne fiorentino sta convincendo proprio tutti. LA STIMA DI LOTITO. Tra maggio e giugno sulla sua strada poteva passare anche Raffaele Palladino. Perché a Roma sponda biancoceleste si parlò tanto (ma tanto) del tecnico campano sia quando andò via Sarri, sia nei giorni in cui Tudor era in uscita.
Questione di tempistiche, anche, perché la Fiorentinapoi chiuse per l'ex Monza e la Lazio andò con convinzione su Baroni. "Cosa sarebbe successo se...", chi lo sa. I due allenatori propongono moduli anche simili al momento (4-2-3-1), ma declinati in modo profondamente diverso.
Più offensivo quello del laziale, più attendista e di ripartenze quello del viola. Baroni ha trovato la sua identità, alternando anche un trequartista più di contenimento come Dele Bashiru rispetto a Dia quando è servito. Palladino aveva fatto altrettanto, con Bove ala d'equilibrio a sinistra, ora però (al di là dell'inserimento in quella posizione di Folorunsho) è chiamato a trovare nuove certezze per ripartire.
LA SVOLTA DELL'ANDATA. Dall'incrocio dell'andata uscì vincente Palladino. Super-vincente, perché la sua mano all'intervallo, con il cambio di modulo, di uomini e di intenzione di calcio, ribaltò tutto da 0-1 a 2-1. E cambiò in quel momento anche il suo percorso in viola.
Baroni, che si presentò in conferenza dopo la rimonta subita, dovette invece rispondere dei tanti gol presi in quell'avvio di campionato dalla sua Lazio (erano 8 in 5 partite), ma difese la sua idea di calcio di fronte agli scettici.
Aveva ragione lui, perché i biancocelesti, a fronte di un'estate in cui sono partiti tanti vecchi senatori, stanno andando forte. Oltre le aspettative, in Europa così come in campionato. Hanno saputo rialzarsi da qualche passo falso (lo 0-6 contro l'Inter, la sconfitta nel derby) e raramente Baroni ha rinnegato la proposta di calcio.
Da quel 22 settembre la Fiorentina ha messo insieme 27 punti in 15 partite, la Lazio 32 in 16. Oggi sono 6 i punti che separano le due formazioni, con i viola che hanno una gara da finire contro l'Inter. Domani occasione importante per entrambe.
E per entrambi gli allenatori.
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