Il difensore brasiliano ha soffiato il posto a Martinez Quarta accanto al gigante serbo. Adesso è lui il titolare
Da sette a otto. Le partite in cui, tra campionato e Coppa Italia, Vincenzo Italiano ha schierato Igor titolare. Sembra poco, e intanto viceversa nello stesso periodo preso in esame (dal quarto di finale contro l’Atalanta all’Inter sabato pomeriggio, cioè negli ultimi quaranta giorni di stagione), soltanto Biraghi, Castrovilli e Piatek hanno avuto la stessa continuità di “chiamata”. Quindi è tanto, che diventa tantissimo considerando la spiccata attitudine di cambiare molto e spesso da parte del tecnico siciliano. E tutto assemblato e messo insieme significa una cosa: il 24enne brasiliano è diventato un approdo sicuro per rendimento e un leader della difesa. Del gruppo.
La crescita del difensore ex Spal è evidente e costante, scrive Il Corriere dello Sport. Ha eliminato certi passaggi a vuoto che a volte contraddistinguevano le sue prestazioni, sempre muscolari e sempre atleticamente affidabili ma appunto con qualche sbavatura in marcatura. Ha migliorato esponenzialmente la concentrazione e l’applicazione, con una pulizia d’intervento negli anticipi e con il controllo sistematico dell’avversario diretto che appunto ha suggerito a Italiano di sceglierlo via via, dall’Atalanta all’Inter passando per le altre formazioni avversarie in un crescendo d’importanza (delle partite) e di prestazioni (di Igor). Contro la Juventus nella semifinale d’andata il punto più alto, quando in coppia con Milenkovic, ma essenzialmente in prima persona trovandosi non a caso più spesso nel raggio d’azione, ha concesso poco o nulla a Vlahovic, però anche al “Meazza” non ha sbagliato praticamente un intervento disinnescando ora Dzeko, ora Lautaro Martinez.

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Redazione LaViola.it