L’islandese vicino ai viola, anzi no: simbolo di un mercato invernale a zero euro
C’era una Fiorentina in corsa per la Champions, un allenatore che chiedeva rinforzi sugli esterni offensivi. L’idea stuzzicò pesantemente Firenze negli ultimi giorni di mercato invernale: Albert Gudmundsson. Classe ’97, un ruolo centrale nel Genoa di Gilardino. Uno che avrebbe dato una bella mano, in effetti, visti gli 11 gol e 3 assist messi a referto nella prima parte di stagione. Ma ‘mister 40 milioni’ non è mai arrivato a Firenze. Passerà dal Franchi lunedì pomeriggio, con il suo Genoa. Ma da avversario.
A SUON DI GOL. Nel frattempo Gudmundsson, dopo qualche settimana di appannamento, ha ripreso ha segnare. Fanno 14 gol e 4 assist in stagione con il Genoa, più 4 gol in 2 partite con l’Islanda (si è fermato contro l’Ucraina nella finale playoff verso gli Europei). Insomma, è uno che la porta la vede. Ovviamente non c’è riprova che con lui la Fiorentina avrebbe superato i problemi realizzativi, o che sarebbe rimasta in corsa per il 4° o 5° posto. Senz’altro avrebbe aiutato, questo sì. Il problema che, in fondo, il buon Albert non è stato mai così vicino alla Fiorentina. Parola dei diretti protagonisti.
TIRA E MOLLA. “C’è stata l’offerta della Fiorentina, il discorso è stato reale. C’è stata l’offerta da parte loro ma non abbiamo mai avuto idea di privarci di Albert adesso e non se n’è fatto nulla”, ha confidato il ds del Genoa Marco Ottolini post mercato. “Abbiamo valutato offerte, poi quando ne arrivano alcune di un certo tipo le dobbiamo portare alla proprietà. Siamo in ricostruzione economica e sportiva, dobbiamo e abbiamo l’obbligo di valutare tutto, non c’era però la volontà di cedere Albert in questo mercato”. Gli ha fatto eco un paio di giorni fa l’ad rossoblù Andres Blazquez: “Ho detto a Barone: “Ti dico un prezzo così capisci che non vogliamo venderlo: 40 milioni”. Abbiamo ricevuto l’offerta e ci ho messo tre minuti a rispondere di no, li ho ringraziati ma dicendo di no. So che hanno insistito molto con Albert. Lui è venuto da noi e io gli ho detto chiaramente: “Sei troppo importante per noi. Non possiamo venderti, ci dai la possibilità di arrivare nelle prime dieci e senza di te non ci arriviamo”. Ha detto che sarebbe rimasto qui e finito il mercato mi ha scritto un messaggio dicendomi: “Ok Andres, ora facciamo top 10″”. Conferme dalle parole del compianto Barone: “Avevamo puntato tutto su un giocatore (Gudmundsson, ndr), ci siamo anche scambiati i documenti per ben due volte ed altrettante abbiamo alzato la nostra offerta economica per accontentare la società proprietaria del cartellino ma alla fine non abbiamo trovato l’accordo. Noi abbiamo i nostri parametri e gli altri fanno le loro valutazioni”.
INVERNO SENZA COLPI. Insomma, l’interesse era vero, concreto, reale. Un giocatore che piaceva e piace alla Fiorentina, così come alle big del campionato come l’Inter e la Juve. Ma il Genoa ha sempre alzato la posta e non ha mai voluto vendere Gudmundsson, nonostante la cifra importante messa sul piatto dal club viola (più di 20 milioni). Un giocatore che nei giorni post-mercato è diventato anche un simbolo di una sessione invernale a costo zero per la Fiorentina, senza veri colpi o investimenti, nonostante le ottime prospettive di una stagione che poi ha visto i viola incappare in tanti passaggi a vuoto soprattutto in campionato.
DECISIVO NEL GENOA. Lunedì Gudmundsson arriverà al Franchi, ma da avversario. Seconda punta nel 3-5-2 (o 3-4-2-1) che disegnerà Gilardino. Tre gol nelle ultime quattro gare e un’incidenza pesante, del 44,1%, sulla produzione realizzativa del Genoa. Solo Duvan Zapata (48,4%) e Candreva (48%) sono più decisivi per i gol realizzati dalla propria squadra in questo campionato. Il suo contributo, forse, l’avrebbe dato anche alla Fiorentina. Anche se quei 40 milioni ‘sparati’ dal Genoa erano effettivamente una cifra fuori mercato. Il rammarico più grande, semmai, è non aver trovato un’alternativa e aver puntato tutto su un giocatore che, com’è stato, non avrebbe mai lasciato Genova a gennaio. Lasciando alla fine il gruppo di Italiano con un esterno in meno là davanti e senza un vero rinforzo offensivo.
Di
Marco Pecorini