Il grande enigma in casa Fiorentina: adattare il gioco alle caratteristiche dei calciatori d’attacco o viceversa?
E’ Piatek che mal si sposa col gioco di questa Fiorentina, o viceversa? L’enigma è quanto mai d’attualità in casa viola. Non solo per l’oggi, ma anche in ottica domani.
CARATTERISTICHE. Che il polacco avesse un fiuto del gol fuori dal normale lo si sapeva, così come si conosceva quella dote di trovare in maniera rapidissima il tiro anticipando sul tempo l’avversario. Basta ripensare ai gol con Spezia e Napoli in Coppa Italia, nel primo caso, e a quelli con Verona e Atalanta nel secondo. Ma fuori dall’area di rigore scompare. Solo contro lo Spezia Piatek è riuscito a trovare giocate, scambi e filtranti per i compagni. Nel resto delle gare disputate, invece, è stato trasparente, coi 9 palloni toccati col Bologna come manifesto di una difficoltà da parte sua nel farsi trovare, ma al tempo stesso da parte della Fiorentina di trovarlo. Ed è qui che la domanda ri-sorge spontanea: è Piatek che deve adattarsi alle richieste di Italiano o è Italiano che deve cambiare qualcosa nel modo di far giocare la sua Fiorentina per sfruttare meglio le doti del polacco?
TIRI-MINUTI-GOL. Piatek ha calciato fin qui 16 volte in Serie A in 532’ giocati, in pratica 1 volta a tempo, segnando 3 reti. In totale, considerando anche la Coppa Italia, ha tirato 22 volte verso la porta avversaria, siglando 6 reti. Segna, dunque, ogni 3.7 tiri, ma tira 1 volta ogni 33’. “Abbiamo attraversato un periodo in cui facevamo fatica a mettere in condizione Vlahovic di far gol…”, sottolineò Italiano a metà del girone d’andata, quando la sua Fiorentina non riusciva a trovare la chiave per mettere in condizione il proprio centravanti di ricevere più palloni da buttar dentro, coi viola che uscirono ko dalle trasferte con Venezia, Lazio e Juventus senza quasi mai tirare in porta. Oggi come allora, gli esterni d’attacco continuano ad avere grandi difficoltà nel segnare, con l’aggiunta di Ikoné a chi già c’era.
SPRINT FINALE. Per quanto la Fiorentina possa dirsi più che soddisfatta dall’essere tornata a casa da San Siro con un bel pareggio, per entrare in Europa dovrà fare ancora meglio in questo finale di stagione, soprattutto sotto porta. Di fronte, infatti, ci saranno molte big, con difensori ‘top’ contro cui Piatek ha dimostrato di avere più di qualche difficoltà nel riuscire a vincere duelli individuali fuori dall’area di rigore. Nel frattempo il percorso di inserimento e crescita di Cabral prosegue, e chissà che il brasiliano non possa rivelarsi un’arma preziosa per scardinare le difese avversarie, anche se resta un rebus il suo saper giocare per la squadra fuori dall’area. Intanto la domanda persiste: chi deve adattarsi a chi? Quesito più che d’attualità, in vista delle prossime gare che attendono la Fiorentina, così come per eventuali decisioni in ottica prossima stagione. Riscattare Piatek sì o no? Puntare su un altro centravanti che si alterni con Cabral? Cercare una punta con altre caratteristiche che si adattino al credo di Italiano o spingere il tecnico a cambiare modo di far giocare la sua Fiorentina? Il finale di questo campionato ne dirà di più.

Di
Gianluca Bigiotti