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GdS: Italiano cambia e la Fiorentina vola ancora

L’allenatore è passato al 3-4-1-2, soluzione che può servire ancora per rimediare all’emergenza. Il focus tattico della rosea

Come riportato da La Gazzetta dello Sport, la terza semifinale consecutiva di Coppa Italia, già trasformata in finale nella stagione scorsa, certifica una volta di più l’efficacia del lavoro di Vincenzo Italiano. La Fiorentina che in campionato si è piazzata in zona Champions continua nel suo percorso di crescita, visto che contro il Bologna si è aggiunta un’opzione tattica in più. Per la prima volta da quando è sulla panchina viola, Italiano ha abbandonato il dogma della difesa a 4 in partenza e ha inserito le 2 punte: prima Ikoné-Beltran, poi il doppio centravanti Beltran-Nzola finché l’argentino non ha lasciato per infortunio il posto a Bonaventura.

EMERGENZA. La difesa a tre non è una novità in senso assoluto e in realtà nemmeno una scelta propriamente voluta, ma dettata dall’emergenza. Già l’anno scorso per proteggere il successo contro l’Inter e in questa stagione contro Udinese, Monza e Torino, Italiano aveva tolto un attaccante e inserito un difensore per rinforzare gli argini. Questa volta la scelta iniziale è stata dettata dalle circostanze e dalle assenze. Dopo il ko in Emilia dunque, al Viola Park sono cominciati i lavori per il 3-4-1-2 visto contro il Bologna. La soluzione non è definitiva – il 4-2-3-1 resta il sistema di gioco di riferimento e a quello si tornerà – ma almeno fino alla Supercoppa (compresa) potrebbe essere riproposto, perché Nico e Sottil andranno sì in Arabia ma difficilmente potranno giocare.

PREGI E DIFETTI. Ma come ha funzionato la novità tattica? Lo 0-0 nei 90’ e al 120’ dà buone sensazioni, ma i pochi giorni di lavoro si sono visti, nel senso che i meccanismi, le scalate e le coperture sono state tutt’altro che impeccabili. Kayode a tutta fascia a volte ha costretto Martinez Quarta ad allargarsi per coprire quel lato, a Biraghi dall’altra parte è mancato un riferimento davanti a lui con cui dialogare. Un conto è proteggersi con una linea a 5 per difendere il risultato, un altro è cercare di proporre gioco, come vuole fare la Fiorentina, lungo linee che non sono assimilate. Di solito la Viola costruisce con 3+2, perché Martinez Quarta sale di fianco al centrocampo e ama le incursioni profonde verso l’area avversaria. Ma con questo nuovo assetto la Fiorentina perde tanto in ampiezza, dove le ali di solito si piazzano molto in alto per ricevere e andare al dribbling verso la porta. Vedendo i flussi di gioco, alla Viola è mancato proprio il gioco in ampiezza, oltre che l’uomo in più a centrocampo rappresentato dal Chino. E comunque il nuovo sistema non ha risolto il problema degli attaccanti. Anche con due punte a dividersi la prima linea, le occasioni sono capitate praticamente tutte sui piedi o la testa dei difensori. C’è di buono che nonostante le istruzioni tattiche inusuali la squadra non ha perso la capacità di stare in campo con ordine. E soprattutto con la voglia di fare risultato, la vera svolta che Italiano è riuscito a imporre.

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