Contro un modesto Sigma, i viola vincono al 95′ ma restano tanti dubbi: Pioli cerca ancora una direzione chiara per la squadra
La Conference League è il principale obiettivo stagionale della Fiorentina, ma l’esordio contro il modesto Sigma Olomouc lascia poche certezze e non accende l’entusiasmo. Con lo stadio semivuoto – curva chiusa per lavori e l’altra per squalifica – e appena 8.000 spettatori, l’ambiente era tutt’altro che europeo. Il contesto ricorda più un test del giovedì che l’inizio di una maratona continentale, con una finale lontana (a Lipsia) e oggi difficilmente immaginabile.
L’avversario, ottavo nel campionato ceco e penalizzato da diverse assenze, si è presentato con un chiaro intento: non perdere, schierandosi in un 5-4-1 compatto in fase difensiva. La Fiorentina ha risposto con la difesa vista a Pisa e diversi cambi a centrocampo e in attacco: fuori Kean (squalificato) e Gudmundsson, dentro Dzeko e Piccoli, mentre in mediana spazio a Fagioli e Ndour.
Una vittoria che lascia più dubbi che certezze
Il 2-0 finale è arrivato solo al minuto 95, con la rete di Ndour, dopo che Piccoli aveva sbloccato il match al 26’ con un diagonale efficace, nato da un’azione casuale più che costruita. Il primo gol stagionale di un attaccante viola (escludendo i preliminari) non basta però a dissipare le ombre sul gioco.
Le buone notizie:
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Piccoli si è fatto trovare pronto
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Fazzini ha mostrato intraprendenza nei pochi minuti giocati
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La difesa ha concesso poco, anche se il livello degli avversari era basso
I punti critici:
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Fagioli irriconoscibile, lento e impreciso
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Dzeko ancora fuori forma, poco incisivo
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Le fasce non hanno prodotto occasioni rilevanti
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La squadra fatica ad avere idee chiare, si percepisce insicurezza e mancanza di automatismi
Pioli ha chiesto più “cuore e cattiveria”, ma il vero problema sembra la mancanza di un’identità tattica solida. La manovra è lenta, prevedibile, senza fluidità né profondità. Anche ieri, l’unica arma offensiva è stata cercare Piccoli con palloni filtranti.
Ora testa alla Roma, vero banco di prova
La vittoria è comunque un piccolo passo avanti e consente di guardare con meno pressione alla sfida di domenica contro la Roma. Sarà lì che si capirà se i viola stanno davvero crescendo o se restano impantanati in una confusione tecnico-tattica preoccupante. La stagione è lunga, ma senza una chiara rotta, non basta il carattere: serve un’idea di calcio concreta e sostenibile.
Di
Redazione LaViola.it