Le parole del grande ex portiere della Fiorentina: “La società deve dare nuovi obiettivi, serve pazienza. Non facile dopo Italiano ma…”
Sebastien Frey, grande ex portiere della Fiorentina, presente oggi al Viola Park ha parlato della Fiorentina attuale ai media presenti, tra cui LaViola.it, annunciando anche l’uscita a settembre della sua autobiografia:“Tutte le volte che torno qui provo una sana invidia, perché oggi i ragazzi hanno la fortuna di avere uno dei centri sportivi più belli d’Europa, e non solo. Sarei voluto tornare a 10 anni fa per poter vivere una cosa del genere. La maglia per me è importante, c’è stato amore a prima vista tra me e la piazza, anni fa. La mia generazione ha lasciato un segno, pur non avendo vinto niente. Abbiamo dato un senso importante al legame tra Firenze e la squadra, portando la Fiorentina in Champions”.
PALLADINO. “Sulla squadra mi voglio ad oggi esprimere poco, sul mercato è presto. Vi posso parlare di Palladino, che ho conosciuto da avversario. L’ho sempre considerato un talento italiano costellato dagli infortuni, ma si vedeva che amava il calcio. Sono stato sorpreso dalle sue grandi stagioni al Monza, fa giocare bene, dà spettacolo, un calcio che dà emozioni. Se lo ripropone qui a Firenze può far ritrovare entusiasmo alla piazza. Al fiorentino piace il bel gioco. Non è facile arrivare dopo Italiano che ha fatto cose importanti, ma Palladino ha acquisito una credibilità importante. Spero che faccia divertire i fiorentini”.
TERRACCIANO. “L’ho sempre detto. O la Fiorentina va a spendere tanti soldi, ma non solo in porta, e allora va a prendere dei campioni, ma non fa parte del progetto. Sennò Pietro da un paio di anni si è meritatamente conquistato il posto da titolare, l’anno scorso ha avuto un rendimento molto costante, è stato più volte decisivo. Se parliamo di meritocrazia è giusto che Pietro riparta con un ruolo da titolare. Ci sarà gente che arriverà, tanti sono andati, bisogna ripartire da delle basi. Terracciano è una di queste”.
RIPARTENZA. “Come ripartire dopo le tre finali perse? L’allenatore sarà importante, la società dovrà porre nuovi obiettivi. Precisi. Mi dispiace per le finali perse, ho fatto il tifo perché so quanto è importante per Firenze e quanto è dura non arrivare in fondo. Ma la Fiorentina ci è arrivata, fino a qualche anno fa arrivare nelle finali non era un obiettivo. È un grande dispiacere, ma bisogna ripartire su queste basi qui. La piazza deve essere un po’ paziente, il ciclo Italiano è finito e inizia quello di Palladino. Non sono un mago, ma ci sono i presupposti per riportare entusiasmo in questa piazza”.
SE LA NUOVA FIORENTINA FOSSE UN VINO. “Spero che la Fiorentina possa essere un rosso, un Super Tuscan, un Chianti di grande personalità. Che abbia un marchio tutto suo. Il mister deve dare un’impronta a questa squadra, la gente deve riconoscerla per gioco, coraggio, qualità. Un Chianti non tanto vecchio, ma di personalità e carattere”.
MARTINELLI. “L’ho visto poco giocare, ne ho sentito tanto parlare. Stiamo parlando di una promessa del calcio italiano. Al posto suo andrei a trovare tempi di gioco, pur rimanendo di proprietà della Fiorentina. Come feci un anno a Verona, poi tornai all’Inter con spalle larghe e credibilità. Da gente che ne capisce mi dicono che in prospettiva futura può diventare un portiere molto molto interessante”.
Di
Andrea Guida