Una sosta che deve essere salvifica per la squadra ancora senza identità, senza gioco e senza vittorie
Due settimane di lavoro ma soprattutto di profonde riflessioni in casa Fiorentina. La stagione non è iniziata come sperato e non sta andando affatto secondo le aspettative. In sostanza in 9 partite fin qui disputate tra campionato e Conference League non c’è niente da salvare.
Ancora la Fiorentina è una squadra in cerca di identità: manca un gioco, manca un’idea, manca in generale l’idea di una squadra, di un gruppo unito, consapevole e determinato. Mancano tutte le condizioni affinché la Fiorentina possa definirsi squadra.
E sono tutti responsabili di questa situazione: dal presidente all’ultimo dei giocatori
Da Pioli ci si aspettava ben altro. Ad oggi non ha dimostrato di valere né l’ingaggio né gli obiettivi prefissati dalla società, società che dal canto suo ha speso ma lo ha fatto senza presentare una rosa di calciatori completa.
Ma ora il mercato è chiuso e da questa situazione ne devono uscire allenatore e giocatori. Pioli ha tanto, tutto, da dimostrare. Da lui ci si aspetta consapevolezza del momento e della squadra a disposizione: ci si aspetta anche un’idea tattica per invertire la rotta.
Poi tocca ai giocatori: anche loro non indenni da responsabilità. Tanti si limitano al compitino, alla giocata facile, appiattendo così la squadra e non creando mai superiorità numerica e pericoli. Una squadra monotona, senza spunti, senza intuizioni e senza cambio di marcia. Ognuno scende in campo per fare il minimo indispensabile, e infatti i risultati non arrivano.
Anche dai vari Gudmundsson, Gosens, Pongracic, Dodo, Mandragora, Fagioli, Dzeko, Piccoli è doveroso aspettarsi molto di più. Non sono nelle condizioni di esprimersi al meglio? Devono trovare una soluzione insieme all’allenatore. Ma da questa situazione la Fiorentina ne può uscire solo se tutte le sue componenti alzeranno l’asticella della qualità e del lavoro.
Due settimane per costruire una Fiorentina che fino a oggi non si è mai vista. Missione difficile, certo, ma ora è il momento della svolta o della definitiva consapevolezza che sarà una stagione complessa e rischiosa.
Di
Francesco Zei