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Fiorentina: c’è da ritrovare appeal. Ad oggi è dura competere sul mercato con troppe squadre, Atalanta su tutte

Commisso - Fiorentina

La Fiorentina ha perso posizioni nelle gerarchie di classifica ma anche in termini di appeal sul mercato

Premessa: il calciomercato è iniziato ufficialmente da 4 giorni, per cui tutto è in divenire e ogni discorso potrebbe essere spazzato via nel giro di pochi minuti. Come? Coi fatti, che tradotto per la Fiorentina vuol dire acquisti di spessore. Al netto di come la si pensi su Nicolò Zaniolo, sia per quanto riguarda il dentro che il fuori dal campo, c’è un dato di fatto che accompagna gli ultimi anni: la Fiorentina ha perso posizioni nelle gerarchie di classifica e anche sul mercato.

COMPETITORS. Nell’era in cui giocare la Champions conta di più, sia per gli introiti che permettono di poter investire di più che per l’appeal che di per sé un club può offrire dal solo fatto di disputare la massima competizione europea, la Fiorentina si ritrova a dover competere con realtà che nella storia le sono quasi sempre state dietro, ma che da qualche anno sembrano inarrivabili. Il caso dell’Atalanta non è certo una novità, ma anche quest’estate tutto ciò sta complicando i piani dei dirigenti gigliati. Riassumendo in concetti semplici e senza troppi giri di parole, se su un giocatore di un determinato livello si muovono Fiorentina e Atalanta, è quasi impossibile che a spuntarla sia la Fiorentina. Il tutto nonostante tra Bergamo e Firenze non ci sia paragone in termini di attrattività a livello mondiale, così come tra i patrimoni delle due proprietà. Capita, dunque, che Zaniolo preferisca andare là piuttosto che venire qua, che la pista Brescianini si complichi per la Fiorentina perché si inserisce l’Atalanta, così com’era già accaduto per i vari Scamacca, Ederson e altri su cui Pradè si muoveva ma per cui l’Atalanta chiudeva. Se già con le ‘strisciate’ c’era e c’è un gap sostanzialmente incolmabile da sempre (anche perché non tutti rispettano le leggi sui bilanci), ecco che le competitors con cui si trova a dover lottare per accaparrarsi un giocatore la Fiorentina aumentano sempre più (senza considerare i mercati arabi e la Premier). E avere la meglio su di esse, potendo offrire la Conference come palcoscenico piuttosto che la Champions o l’Europa League e non potendo elargire stipendi troppo onerosi (sia per filosofia aziendale che per introiti e fatturati modesti) rende tutto maledettamente più difficile.

STRADE. Le vie per superare i rivali possono essere molteplici: programmare, che vuol dire gettare le basi per un percorso a lungo termine; prendere un allenatore di grido (come fece la Roma con Mourinho o la Lazio con Sarri, come ha fatto adesso il Napoli con Conte o fece a suo tempo con Ancelotti) che faccia da traino per calciatori di livello (a cui, certamente, non si può pensare di proporre lo stipendio che prende Palladino o prendeva Italiano); strapagare calciatori sperando che le scelte si rivelino azzeccate (come fece il City quando iniziò la sua scalata, o provò a fare il Milan con Fassone e Mirabelli). Oppure c’è la ‘competenza’. Sartori, ad esempio, non ha certo fatto spese folli per costruire il Bologna che è andato in Champions l’anno scorso, così come aveva fatto a Bergamo, così come sta facendo sempre all’Atalanta Tony D’Amico. Da queste parti, invece, c’è una rosa interamente da rifare, mentre i tanti milioni che sono entrati dalle cessioni illustri sono stati investiti male, a tratti malissimo.

PROSPETTIVE. Nulla di nuovo, ormai questa è ‘storia’. Anche quest’estate la Fiorentina continua a dover combattere con realtà che non hanno mai avuto nulla in più di lei, che non avrebbero nulla in più di lei, ma che ad oggi continuano ad avere molto più di lei. L’essere rimasta allo stesso punto, cioè perdendo due volte la possibilità di portare a casa un trofeo e di accedere all’Europa League, non ha aiutato. La grande sfida di questa sessione di mercato sarà soprattutto quella di ridare appeal alla Fiorentina, per l’oggi e in prospettiva. Avere il Viola Park, cioè il centro sportivo più bello d’Europa e forse del Mondo come dicono tutti coloro che ne hanno varcato i cancelli, potrebbe non bastare. Almeno nell’immediato, poi per un domani chissà…

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