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Dodo: "Col nuovo modulo sono più vicino alla porta, mi piace. Posso fare gli 8 assist a Kean"

Il terzino gigliato: "Nuovo ruolo? Posso fare una grande stagione. Palladino allenatore top, dopo 3 anni bisognava cambiare"

L'esterno destro della Fiorentina Dodo ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Radio Bruno. Queste le sue dichiarazioni: "Ci troviamo bene con il modo d igiocare del nuovo mister, ci stiamo abituando ai suoi metodi di allenamento.

Siamo in ritiro, perciò è un po' faticoso, però la squadra è abituata a questo livello di allenamento. Palladino è un allenatore top, mi piace come gioca. E' buono non solo per la squadra ma anche per me, perché mi piace stare più vicino alla porta.

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Quindi sono contento che lui sia qui". PASSAGGIO ALLA DIFESA A TRE. "Nella difesa a quattro il terzino deve stare sempre in difesa, ora con la difesa a tre io posso giocare da 'quinto' e sono più vicino agli attaccanti. Posso fare gol e assist, per me è importante ma anche per Kayode che può giocare in quella posizione.

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Un terzino si fa conoscere quando fa un grande numero di assist e un gtande numero di gol". KEAN HA CHIESTO ALMENO 8 ASSIST. "Ce la posso fare? Certo che sì, in questo sistema di gioco sono vicino a lui, posso farcela. In campo possiamo trovare il giusto modo di giocare".

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COSA MI CHIEDE PALLADINO. "Già prima di arrivare mi ha chiamato, qunado ero in vacanza. Mi ha detto che gli piace il mio modo di giocare, di andare dentro al campo. Mi ha detto che devo stare di più in attacco, per le mie caratteristiche di dribbling e di corsa.

Posso fare una grande stagione". DIFFERENZE TRA DE ZERBI, ITALIANO E PALLADINO. "Difficile. Con De Zerbi sono stato solo 6 mesi, però mi sono trovato bene con lui. Venivo da due tecnici portoghesi, Paulo Fonseca e Luis Castro.

Loro giocavano in un altro modo, col terzino più aperto. A De Zerbi invece piaceva il fatto che io andassi dentro al campo, mi ha detto che questo mio modo di giocare mi avrebbe cambiato la vita. Quando sono arrivato a Firenze, Italiano mi ha chiesto come preferissi giocare, e gli ho detto che mi sarebbe piaciuto venire dentro al campo, perché ero abituato dopo De Zerbi.

Con Palladino sono sistemato, perché lui mi conosce già". DUE FINALI DI CONFERENCE PERSE. "Fastidioso, perché erano due finali che avevamo in mano e abbiamo perso. Dobbiamo trovare un nuovo ambiente, quest'anno la Conference è più difficile, ci sono squadre più forti.

Ora siamo abituati a giocare questa competizioni. Dobbiamo alzare il nostro livello per portare un trofeo a Firenze, se lo merita tanto". RAPPORTO CON KAYODE. "Per me è come un figlio, anche se ho 25 anni (ride, ndr). Sin dal primo giorno in cui è arrivato ad allenarsi con lui il suo sorriso mi ha colpito, mi piacciono le persone così contente.

E' un ragazzo che sa ascoltare". CLAN DI SUDAMERICANI NELLA SQUADRA. "Ora ci sono solo io di brasiliano. Però mi trovo bene con gli argentini, io particolarmente mi trovo bene con tutta la squadra". RUOLO NELLO SPOGLIATOIO. "Cerco sempre di dare una mano ai giovani.

Magari hanno paura di sbagliare, visto che sono in prima squadra. Io dico sempre loro che sono arrivato in prima squadra a 17 anni, se non avessi mostrato fin da subito quello che sono davvero non sarei arrivato da nessuna parte.

Devono stare tranquilli e mostrare il proprio calcio. Loro capiscono, sono bravi ragazzi". AMICHEVOLI CON BOLTON, PRESTON E HULL CITY. "La settimana scorsa abbiamo giocato contro la Reggiana e abbiamo provato il nuovo sistema di gioco.

Queste tre amichevoli porteranno qualcosa in più, per vedere come inizia la nostra stagione". COMPAGNO PIU SIMPATICO. "Kayode il più simpatico, uno un po' serio invece era Cabral, ora invece non ce ne sono. Compagno più estroverso?

Oliver Christensen". OBIETTIVI. "E' cambiato molto. Dopo tre anni con lo stesso allenatore arriva un momento in cui non c'è più quella voglia di fare un salto in più, perché è rimasta sempre la stessa cosa. Ora con il nuovo allenatore si cambia tutto: tutti i calciatori vogliono dimostrare di più, vogliono giocare, quindi è un bene per la squadra".


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