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Dare a Commisso, Barone, Pradè, Burdisso ciò che è di Commisso, Barone, Pradè, Burdisso. Brava Fiorentina. Nubi, dubbi e perplessità spazzate via con un avvio di mercato pirotecnico

Barone Commisso Pradè Fiorentina

Brava Fiorentina. Nubi, dubbi e perplessità spazzate via con un grande avvio di calciomercato. Ora parlerà il campo.

La Fiorentina che partirà per Moena sarà già praticamente quella che Italiano potrebbe schierare ad inizio stagione. Le falle sono state tutte colmate. E non soltanto a livello di quantità, ma anche e soprattutto con innesti di qualità.

AVVICENDAMENTI. Al posto di Odriozola, infatti, ci sarà Dodô, Dragowski sarà sostituito da Gollini, davanti ci sarà Jovic al posto di Piatek e in mediana Mandragora al posto di Torreira. Ad oggi, dunque, la Fiorentina sembra già essere allo stesso livello di quella che ha concluso il campionato scorso. Se il brasiliano prelevato dallo Shakhtar Donetsk ha un valore tecnico più o meno simile a quello dello spagnolo tornato al Real Madrid, ma meno esperienza internazionale, con l’innesto di Jovic per Piatek la Fiorentina potrebbe aver fatto un upgrade importante, a patto che il serbo torni ai livelli di Francoforte, mentre Mandragora, che comunque è un ottimo innesto, è ad un livello inferiore rispetto a Torreira. L’avvicendamento Gollini-Dragowski, invece, sembra essere più o meno equivalente, per quanto il polacco fosse in scadenza di contratto tra un anno e non offrisse grandi garanzie a Italiano. Nel confronto Gollini-Terracciano, tuttavia, l’asticella propende per un passo in avanti da parte della Fiorentina. Il tutto, ovviamente, sulla carta. Poi sarà il campo a parlare.

AD OGGI. Alla prima gara della stagione, dunque, Italiano potrebbe già mandare in campo la nuova Fiorentina così: Gollini; Dodô, Quarta, Igor, Biraghi; Bonaventura, Amrabat, Mandragora; Gonzalez, Jovic, Ikoné. A disposizione: Terracciano, Venuti, Maleh, Duncan, Zurwkowski, Saponara, Sottil, Cabral. Il tutto, ovviamente, al netto di varie ed eventuali, soprattutto sul chi verrà preso al posto del partente Milenkovic.  Sarà, inoltre, da vedere dove Italiano vorrà impiegare Mandragora, se affidarsi ad un centrocampo con sia l’ex Juve che Amrabat o se prendere un altro centrocampista di inserimento visto il lungo forfait di Castrovilli, così come cosa verrà fatto con Kouame, Nastasic, Zurkowski, Terzic etc. Avere, tuttavia, un’ossatura così importante su cui poter lavorare già dal primo giorno di ritiro estivo darà una grande mano.

PROSPETTIVE. Con l’acquisto di Dodô, Jovic, Mandragora e Gollini, non vengono riempite solamente delle falle, e bene, ma la squadra mercato ha dato un segnale al proprio allenatore (le famose garanzie di cui molto è stato scritto nei giorni della trattativa per il rinnovo di Italiano) e con le formule di trasferimento ha rigenerato anche un’idea di prospettiva. Il centrocampista e il terzino destro, infatti, arrivano a titolo definitivo, con un investimento per la casella del numero due che, per l’entità dell’esborso, non trova precedenti nella storia della Fiorentina, mentre per l’attaccante del Real, al netto di quello che poi verrà deciso tra due anni, già l’idea di non aver concluso l’affare con un semplice prestito secco può essere un altro segnale di futuro. Anche Gollini, in caso di riscatto tra un anno, diventerebbe il portiere più pagato di sempre per la Fiorentina, con gli 8,5 milioni che la società viola andrebbe ad aggiungere ai 500 mila euro del prestito oneroso che porterebbero il totale a 9 milioni, superando anche gli 8 spesi per Lafont.

Le nubi e lo scetticismo che aleggiavano sulla Fiorentina qualche settimana fa, causate dalla non scontata permanenza di Italiano (come detto da Commisso stesso con quel “speriamo che resti”) al mancato riscatto di Torreira fino ad alcune trattative che parevano essere in standby per mancanza di volontà di investire, sono state spazzate via con un avvio di mercato da applausi. Ci saranno ancora diversi movimenti da portare a compimento, dietro soprattutto. Ma le premesse sono ottime.

DARE A CESARE QUEL CHE E’ DI CESARE. Fin qui, dunque, va dato a Commisso, Barone, Pradè e Burdisso ciò che è di Commisso, Barone, Pradè e Burdisso (e tutti gli altri). Al netto di simpatie, antipatie, condivisione di idee, valori e chissà cosa non c’è altro da dire se non bravi. Quando ci vuole, ci vuole.

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