Numeri disastrosi dei sette centravanti che la Fiorentina ha alternato da quando ha ceduto Vlahovic.
Il problema dei centravanti per la Fiorentina si ripete ormai da quando è stato ceduto Dusan Vlahovic. Tutti coloro che hanno ricoperto quel ruolo da gennaio del 2022 hanno fallito. Il quadro dei flop sarebbe destinato ad allungarsi ulteriormente se si considerassero anche i vari Cutrone, Boateng e Kokorin che erano arrivati in precedenza o durante l’esplosione di Vlahovic, ma soffermandosi sul solo triennio di Italiano, iniziato col serbo come numero 9, i dati parlano chiaro.
PRIMO ANNO. Nel semestre in cui Vlahovic ha giocato come centravanti nella Fiorentina di Italiano, stando solamente alle gare di Serie A, mise a segno 17 reti in 1862’. Media piuttosto semplice: 1 gol ogni 109’. Quell’anno lì, a gennaio arrivarono Piatek e Cabral. Il polacco mise a referto 3 gol in 737’, Cabral si fermò a 2 gol sempre in 750’. Media reti, dunque, di 1 gol ogni 375’ per il brasiliano e di 1 gol ogni 246’ per Piatek. Un dato significativo emerge anche dalle conclusioni. Vlahovic mise a referto 75 conclusioni in quei 1862’, ovvero 1 tiro ogni 25’ circa, segnando 1 gol ogni 4,4 tiri. Il polacco e il brasiliano ne misero a referto 23 ciascuno, ovvero 1 tiro ogni 32’ per Piatek e 1 tiro ogni 33’ per Cabral. Il primo ha chiuso con 1 gol ogni 7,7 tiri, il secondo con 1 gol ogni 11.5.
SECONDO ANNO. L’anno successivo si sono alternati come centravanti ancora Cabral, Jovic e pure Kouame. Stando solamente ai dati della Serie A, il serbo mise a referto 57 tiri in 1529’ e 6 gol, ovvero 1 gol ogni 254’, 1 tiro ogni 26’ e 1 gol ogni 9,5 conclusioni; il brasiliano 54 tiri in 1433’ per 8 gol, ovvero 1 gol ogni 179’, 1 tiro ogni 27’ e 1 gol ogni 6,8 conclusioni; l’ivoriano 42 tiri in 1871’ con 4 gol, ovvero 1 gol ogni 467’, 1 tiro ogni 45’ e 1 gol ogni 10,5 conclusioni. Da notare come in tre abbiano segnato in un campionato 18 reti, 1 in più di Vlahovic da solo in metà stagione.
TERZO ANNO. Quest’anno, per quanto manchi ancora l’ultima e inutile gara di Serie A da giocare, la Fiorentina ha alternato come centravanti Beltran, Nzola, Kouame e Belotti. L’angolano ha messo a referto 32 tiri in 1550’ per 3 reti, ovvero 1 gol ogni 517’, 1 tiro ogni 48’ e 1 gol ogni 10,7 conclusioni; l’argentino ha messo a referto 29 tiri in 1619’ per 6 reti, ovvero 1 gol ogni 270’, 1 tiro ogni 60’ e 1 gol ogni 4,8 conclusioni; il Gallo ha messo a referto 31 tiri in 863’ per 1 gol, ovvero 1 gol ogni 863’, 1 tiro ogni 28’ e 1 gol ogni 31 conclusioni; l’ivoriano ha messo a referto 24 tiri in 1060’ per 2 gol, ovvero 1 gol ogni 530’, 1 tiro ogni 44’ e 1 gol ogni 12 conclusioni. Da notare come in quattro abbiano segnato in un campionato 12 gol.
CONFRONTI. Ok pali, traverse e miracoli vari di portieri avversari, passi pure che a quella cifra Vlahovic andava venduto (forse non a gennaio), che il serbo non ci voleva stare e non voleva rinnovare etc etc…ma i numeri 9, da sempre quelli che spostano gli equilibri, hanno avuto tutti un rendimento disastroso. Potrà anche essere ‘colpa’ della fissazione di Italiano nel giocare con gli esterni a piede invertito, o meglio questi esterni, ma dai dati emerge che i centravanti hanno comunque avuto le loro occasioni per buttarla dentro, non riuscendoci. I 7 attaccanti che hanno ricoperto il ruolo di centravanti dopo Vlahovic hanno fatto in tutto 35 reti in due anni e mezzo di Serie A (nessuno può dire che Vlahovic avrebbe continuato con quelle medie lì, perciò sarebbe sbagliato pensare che avrebbe chiuso quella stagione con oltre 30 reti e avrebbe fatto automaticamente lo stesso anche nei due anni successivi). Ok qualche gol in Conference e qualcun altro in Coppa Italia, ma così non può certo bastare. Da notare anche la voce entrate/spese: 70 milioni di euro incassati da Vlahovic da una parte, 15 spesi per Cabral, 14 per Nzola, 25 per Beltran, prestiti onerosi Piatek/Belotti/Jovic mentre Kouame c’era già; il tutto per un saldo praticamente 0, che vuol dire che i soldi presi per Vlahovic sono stati spesi per avere prestazioni e gol sopra citate. Il tutto, tra l’altro, ritrovandosi adesso senza alcuna certezza, con Nzola che ha deluso e Beltran che non si è ancora capito che ruolo possa fare in attacco (o a centrocampo?). Praticamente adesso, la Fiorentina dovrà rifare tutto daccapo. La speranza, logicamente, è che i prossimi numeri nove ‘funzionino’ in maniera decisamente diversa. Altrimenti di passi in avanti se ne vedranno pochi, sia in termini di risultati (coppe comprese) che di posizionamenti in classifica.
Di
Gianluca Bigiotti