La mossa vincente del ct incoraggia Pioli a proseguire con sue idee. Fiorentina, un settembre con il solo campionato in calendario, ma sfide tutt’altro che semplici
La sosta per le nazionali sta finalmente volgendo al termine, con i giocatori convocati con le rispettive rappresentative che stanno pian piano facendo ritorno ai propri club. Lo stesso vale per la Fiorentina, che a partire da oggi sarà quasi al completo (ad eccezione di Lamptey, che tornerà ad allenarsi domani).
Chi si è distinto particolarmente in queste settimane è senz’altro Moise Kean. L’attaccante viola ha segnato 3 gol in due partite con la maglia dell’Italia, sbloccando il risultato in quella che sembrava una partita maledetta con l’Estonia e rivelandosi decisivo con una doppietta nella complicatissima sfida con Israele.
Gattuso e tutta la Nazionale devono ringraziare la Fiorentina, che ha rilanciato un giocatore che sembrava essersi perso trasformandolo in uno dei centravanti più intriganti di tutta Europa, andando così a coprire una delle tante lacune storiche della nostra Nazionale. Tuttavia, guardando nello specifico alla sosta attuale, non è solo l’Italia a dover ringraziare la Fiorentina, ma anche la Fiorentina a ringraziare la Nazionale. O meglio, è Pioli che ringrazierà Gattuso. Per due semplici ragioni.
La prima è motivazionale. Moise Kean non ha iniziato benissimo la sua seconda stagione in maglia viola. Buon impatto col Polissya e autorete ucraina generata da una sua sassata, ma poi l’ingenua espulsione e l’inevitabile squalifica. In campionato due gare difficili, come del resto per tutta la squadra, contro Cagliari e Torino. Partite in cui l’ex Juve è finito negli highlights per i gol sbagliati invece che per le prodezze a cui ha abituato i tifosi viola. Ecco che la sua (doppia) ottima prestazione con la maglia azzurra farà ritrovare a Pioli un Kean ultra carico. Gli attaccanti vivono del gol, non esiste miglior medicina per loro: l’essersi sbloccato in Nazionale è un’ottima notizia anche in vista delle prossime partite con la Fiorentina.
La seconda ragione è invece tattica. Rispetto al suo predecessore Spalletti, Gattuso ha modificato principi e sistema di gioco, affidandosi in entrambe le sfide al doppio centravanti, ovvero Kean e Retegui. La risposta delle due punte è stata ottima, visto che anche in una partita pazza e ricca di errori come quella contro Israele sono stati i migliori in campo. L’attaccante gigliato, insomma, ha dimostrato di poter giocare tranquillamente con un altro ‘simile’ al suo fianco. Un bell’assist di Gattuso per Pioli, che proprio sulla scommessa delle due prime punte contemporaneamente in campo sta basando questo suo ritorno sulla panchina della Fiorentina. Da Kean-Retegui a Kean-Piccoli (o Dzeko), dunque. Tutto facile? Non proprio. Piccoli ha caratteristiche differenti da Retegui. L’italo-argentino ha dimostrato di poter fare anche il ‘rifinitore’ per il classe 2000, mentre è ancora da dimostrare che Piccoli e Kean possano dividersi i compiti in campo senza pestarsi i piedi. Sulla carta, Dzeko sarebbe più adatto alla coesistenza con Moise, ma occorrerà capire meglio quanto può dare dal punto di vista fisico a 39 anni.
Di certo, dopo un inizio così così, la Fiorentina deve cominciare a ingranare. Ma il rientro dalla sosta la mette di fronte alla sfida più difficile: quella con il Napoli capolista, l’unica big che ha sempre sconfitto i viola nella passata stagione nella quale la squadra di Palladino ha dato il meglio proprio contro le grandi. Non il miglior momento per affrontare i campioni d’Italia, visto che la Fiorentina avrebbe un gran bisogno trovare i primi tre punti della stagione.
Non si può pretendere una vittoria contro una squadra oggettivamente molto più forte, ma un passo in avanti dal punto di vista della prestazione è doveroso. In questa fase della stagione, Pioli può godere di impegni relativamente ridotti: la Conference League riprenderà il 2 ottobre, dunque i viola disputeranno una partita a settimana fino al termine di settembre. Tre partite senza gli impegni del giovedì, per ritrovare brillantezza e dimostrare di aver imboccato la strada giusta.
Tuttavia, le tre partite in calendario sono tutt’altro che una passeggiata. Detto del Napoli, contro il quale serve un’impresa, domenica 21 settembre al Franchi arriva il Como, squadra ricchissima di talento dopo l’ennesimo mercato faraonico. La scorsa stagione Fabregas diede una lezione di calcio a Palladino nello 0-2 del Franchi, quest’anno i lariani sono da prendere tremendamente sul serio come potenziali concorrenti per l’Europa. Infine, sette giorni dopo c’è la trasferta col Pisa, un derby che dalle parti del Tirreno aspettano da oltre vent’anni (quando la Fiorentina era in Serie C2). Una partita non tanto impegnativa per il valore dell’avversario, quanto per l’ambiente caldissimo che i viola troveranno all’Arena Garibaldi.
Il percorso non è semplice, ma settembre rappresenta un crocevia: Pioli ha poche partite, ma il tempo giusto per dimostrare che la sua Fiorentina può crescere attorno a un Kean finalmente protagonista.

Di
Marco Zanini