Dopo Gudmundsson, ora il centravanti italo-argentino. Ma il Genoa non ha necessità di vendere e non fa sconti
Il Genoa è diventata “bottega molto cara”. La politica del club infatti è cambiata con l’arrivo della nuova proprietà americana. Lo si è capito a gennaio quando di fronte all’offerta della Fiorentina per Gudmundsson, inferiore ai 30 milioni, Blazquez aveva risposto alzando la posta sopra i 40 come a dire: di qui non si muove. Dopo le parole del presidente Zangrillo, se si può ipotizzare una partenza di Gudmundsson, di certo il giocatore islandese non si muoverà da Genova per non meno di 40 milioni e difficilmente per un club italiano nonostante vi siano squadre, come l’Inter, che a parole lo stanno corteggiando da tempo, scrive La Repubblica edizione Genova.
RETEGUI. Ora da Firenze, dove sembrano avere un amore smisurato per i giocatori del Genoa, ecco la voce di un interessamento per Retegui, valutato sui 20 milioni dai viola. Cifra per la quale a Villa Rostan nemmeno alzano il telefono considerando che il giocatore è stato pagato 15 milioni con percentuale sulla futura rivendita. Anche tenendo conto di un anno di ammortamento la plusvalenza sarebbe minima e soprattutto in quel ruolo, al momento, il club sarebbe scoperto. Senza contare che il Genoa non ha l’obbligo di vendere a tutti i costi ma solo di chiudere in positivo il saldo del mercato e questo può accadere anche limando gli ingaggi. E’ naturale che se l’offerta fosse adeguata nessuno deve essere considerato incedibile, ma anche per Retegui sotto i 30 milioni difficilmente si può immaginare una trattativa per un giocatore prossimo agli Europei. Ed è inimmaginabile che Gilardino si possa privare contemporaneamente dei due principali attaccanti, Gudmundsson e Retegui, senza adeguate contropartite.
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Redazione LaViola.it