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Editoriali

Cosa c’è di razionale in questa Fiorentina? Tensioni e reazioni di nervi, è una settimana chiave

Poco senso dentro e fuori dal campo, la zona retrocessione e un’altra trasferta durissima a San Siro. Poi il Lecce

La domanda dopo due mesi di stagione nasce spontanea: cosa c’è di razionale in questa Fiorentina? Che per esteso potrebbe anche diventare: cosa c’è di calcio in questa Fiorentina? Poco, forse niente. Contro ogni previsione, ogni logica (e ogni programmazione, se vogliamo). Lasciando anche da parte il 7° monte ingaggi, il 7° valore oggettivo della rosa (dati Transfermarkt), una squadra confermata quasi in toto e reduce dal 6° posto in classifica si ritrova in penultima posizione senza nessuna vittoria dopo 8 giornate. Quattro i punti fatti, per una media esatta (e desolante) di 0,5 a partita.

SENZA UN SENSO. Tutto meritato, peraltro, per quanto visto sul campo. Ci sono stati episodi, sì, andati spesso contro la Fiorentina (il rigore di San Siro, i gol presi nei recuperi, pali e traverse), ma non certo per sfortuna (almeno non soltanto), anzi spesso per disattenzioni, imprecisioni e demeriti. E quella squadra, insomma, costruita difendendo i pezzi migliori di un anno fa (ma quanto pesano gli addii in mezzo al campo di Cataldi e Adli) e spendendo 90 milioni in estate, affidata ad un allenatore che aveva vinto uno scudetto e fatto una semifinale di Champions pochi anni fa, sulla carta tra i più importanti nel panorama italiano (non a caso era stato scelto a suon di milioni per la squadra di CR7), adesso non riesce proprio a venirne fuori. Prestazioni spesso senza capo né coda, con tutti i singoli ben al di sotto del proprio livello, con i presunti leader tante volte peggiori in campo, con una difesa in preda a croniche disattenzioni, un centrocampo che non trova mai il modo di imporsi (né di dare equilibrio) e un attacco in preda a mille contraddizioni. Con il centravanti della Nazionale, fresco di rinnovo record, lasciato spesso solo al proprio destino senza rifornimenti (anche perchè, quando è stato affiancato da Piccoli, mister 27 milioni, le cose sono andate pure peggio).

NON RAZIONALE. Si potrebbe pensare che una squadra che non ha trame di gioco ben definite, con l’acqua alla gola di una classifica da paura, possa almeno giocare con foga agonistica, alla ricerca delle seconde palle, dei duelli da vincere. Niente, anche contro il Bologna arrivavano sempre prima i rossoblù. Poi la scintilla. Anzi, le scintille. Lo 0-3 annullato, la sonora contestazione, il rosso a Holm, i rigori concessi. Anche qui, di razionale c’è ben poco, perchè il 2-2 (e addirittura la vittoria sfiorata all’ultimo secondo) è figlio della foga del momento, dell’aver visto il baratro in faccia, del “palla avanti e vediamo che succede”. Insomma, quanto possa rappresentare davvero una svolta è difficile da capire.

TENSIONE. Anche perché il clima resta di forte tensione in città. Negli occhi più il nulla di 70 minuti che il punto guadagnato. Con le parole dello stesso Pioli nel post partita che stanno acuendo critiche e malumori nella tifoseria. Che nella domenica del Franchi è tornata a puntare il dito sulla società, tra i cori a Pradè e le tensioni con Ferrari in tribuna. Invocando un intervento di Commisso. Ma se in diversi ormai da settimane auspicano scelte forti per dare una scossa, ricordando che con altri come Iachini e Montella la pazienza finì per molto meno (ma erano altri tempi, altre situazioni societarie, altri progetti e altri contratti) – e pensando anche alla mossa fatta dalla Juve con l’esonero di TudorPioli ad ora resta saldo al suo posto. Confermato da Commisso a distanza e confermatissimo da Pradè una settimana fa. Il tecnico, insomma, è considerato dalla società l’uomo giusto per trovare il bandolo della matassa in questa situazione contorta e paradossale.

SETTIMANA CHIAVE. Se sarà la strada giusta, se la squadra riuscirà ad uscire dal tunnel, o se le cose cambieranno nel prossimo futuro, si vedrà. E sarà anche il campo a dare altri segnali. Intanto la sensazione è che si tratti di una settimana chiave. Perchè adesso la Fiorentina torna a San Siro, una gara complicatissima contro un’Inter ferita per il ko di Napoli. I viola dovranno cercare punti anche nel mercoledì milanese, lo impone la classifica, ma anche tener duro nelle difficoltà che ci saranno. Evitando possibili figuracce. Poi domenica al Franchi il Lecce, in quello che sarà in tutto e per tutto uno scontro diretto salvezza. Partite in cui dar seguito almeno alla reazione di nervi avuta con il Bologna. Rimandare ancora l’appuntamento con la vittoria aprirebbe scenari non più evitabili.

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