L’islandese e l’ex Juventus sono stati le due grandi delusioni dell’inizio di stagione viola. Il tecnico emiliano studia un modo per rilanciarli
Dovevano essere, e la Fiorentina si augura che possano ancora esserlo, i due giocatori “diversi”. Quelli che con la loro qualità potrebbero davvero alzare il livello. Due numeri 10 con ruoli, caratteristiche e compiti diversi. Ma per talento, appunto, due 10. Sono Albert Gudmundsson e Nicolò Fagioli. Così il Corriere Fiorentino.
PROMESSE. Per il corso di tutta l’estate, si è ripetuto che tante delle ambizioni viola sarebbero passate dal loro rendimento. Non a caso il club aveva deciso di investirci, tra prestiti e relativi riscatti, quasi 40 milioni di euro: una ventina per Gud, circa 16 per l’ex centrocampista della Juventus. Poco meno di metà, tanto per intendersi, del budget (90 milioni) complessivo dell’ultima mercato. Tante belle promesse, insomma. Per il momento rimaste tali.
VOLTI PEGGIORI. Sul campo infatti, in un inizio di stagione difficile praticamente per tutti, Albert e Nicolò sono stati forse i volti peggiori della crisi viola. Basta dare un occhiata ai numeri: il primo tra campionato e Conference ha messo insieme 7 presenze 407′, un solo gol (nel playoff di andata con il Polissya) e due assist. Soprattutto, nonostante l’insistenza di Pioli nel dargli fiducia, non ha mai dato l’impressione di aver svoltato rispetto alle difficoltà dello scorso anno. Un andamento lento, culminato (in peggio) negli impalpabili 45′ di domenica scorsa con la Roma, al termine dei quali mister Pioli ha deciso di lasciarlo negli spogliatoi. Discorso ancora diverso vale per Fagioli, visto che il tecnico, nel suo caso, ha deciso un approccio opposto: titolare in avvio, salvo poi sparire gradualmente dai radar. Basta pensare che nelle ultime tre di campionato ha giocato 28′ col Como, per poi restare per tutti i 90′ in panchina sia a Pisa che con la Roma. Una bocciatura parziale, magari, nel senso che sicuramente il tecnico emiliano ci riproverà, ma pur sempre una bocciatura.
DOPPIETTA. Di certo c’è che entrambi devono dare un segnale il più velocemente possibile. Se non altro Gudmundsson, che con la sua nazionale ha suonato due squilli belli forti. Una doppietta da attaccante vero (entrambi i gol li ha segnati dopo inserimenti in area avversaria, cosa quasi mai vista in maglia viola), quella segnata nella sconfitta per 5-3 della sua Islanda con l’Ucraina, contornata da una prestazione complessivamente molto positiva. La speranza insomma, é che questi gol gli servano per ritrovare sorriso ed entusiasmi buoni per iniziare ad incidere anche in viola.
MAESTRI. E Fagioli? All’orizzonte c’e San Siro, e una sfida faccia a faccia con i suoi maestri. “Abbiamo un ragazzo che vederlo giocare è un piacere” disse nel lontano 2018 Massimilano Allegri. Non a caso, fu lui a lanciarlo in prima squadra ed è stato con lui che Nicolo si è confrontato (al telefono) al momento di decidere se accettare o meno l’offerta della Fiorentina. E poi Luka Modric, suo idolo da sempre. E se è vero che è difficile immaginare oggi se Pioli possa riproporlo tra i titolari, è certo che, con il 3-4-2-1 o 3-4-1-2 visto nelle ultime partite, Fagioli potrebbe anche cambiare ruolo: spostarsi più avanti, agendo quindi da secondo “10”. Un’ipotesi, al momento, sulla quale il mister sta comunque lavorando. Perché Fagioli, come Gudmundsson, era e resta patrimonio prezioso per i viola e si farà di tutto pur di recuperarli.
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Redazione LaViola.it