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Colpani, è il momento dell'exploit per conquistare la Fiorentina

Il giovane arrivato dal Monza non ha ancora fatto vedere il suo reale valore: ma già da Lecce è atteso dal salto di qualità

Kean si è imposto subito e l’impatto sul mondo viola va oltre i cinque gol realizzati in dieci partite che sono già un bel vedere, a Gudmundsson sono bastate un paio di partite (Lazio e Milan) per fare la differenza nonostante i pensieri extra-calcio e un problema ai flessori che l’hanno sicuramente condizionato in modi differenti.

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Scrive il Corriere dello Sport-Stadio. Bove è presto diventato il jolly perfetto del centrocampo nel senso più gratificante del termine, Adli si è preso copertina e onori con il gol segnato da ex al Milan, Cataldi fa il suo, Gosens ha avuto un ottimo inizio, de Gea è già nella storia della Fiorentina e non serve aggiungere altro: insomma, all’appello dei nuovi più attesi manca soprattutto Andrea Colpani e “manca” e “attesa” sono due attestati di stima nei confronti dell’ex Monza.

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RENDIMENTO NO

Il pupillo di Palladino, e anche questo sia interpretato come apertura di credito e null’altro da parte del tecnico campano che ha fatto il possibile per farsi seguire dalla Brianza a Firenze e senza troppo insistere ha convinto gli uomini di mercato di Commisso, che gioca tanto e forse è meglio dire gioca (quasi) sempre, considerando che dietro a Kean e a Dodo - loro con dieci presenze - c’è il fantasista lombardo con nove partite giocate (e sette su sette in campionato: saltati a pie’ pari solo i New Saints).

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Anche se per minuti disputati viene dopo anche Ranieri e Biraghi, essendosi portato dietro da Monza, con il tecnico campano, pure l’abitudine di essere spesso sostituito. Ma questo c’entra e non c’entra nell’argomento qui richiamato e invece il focus è sul rendimento del numero 23: altalenante, intermittente, non determinante.

QUALITÀ SÌ

Nessun dubbio: impegno massimo, buone intenzioni idem, disponibilità tattica garantita, eppure finora è rimasto piuttosto sotto che sopra alla linea di galleggiamento, cioè della sufficienza in fatto di risultati pratici. Qualcosa in più ha dato e si è visto proprio contro il Milan, ma per qualità, attitudini e colpi nel perentorio è ancora Colpani lontano dal vero Colpani.

E nemmeno è questione di posizione in campo, che è quella preferita, o di spazi di manovra che sono ampi, e prova che ne sia che ha già tentato il tiro tredici volte (sette in porta e sei fuori) in campionato, ma creando una sola occasione da gol (palo clamoroso contro la Lazio).

Ecco perché tra i più attesi lui è quello che ancora manca all’appello.


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