Al Franchi arriva il Bologna (senza Italiano). Obiettivo centrare la prima vittoria in campionato, la missione non pare più rimandabile
Esportare i discreti segnali visti a Vienna e applicarli contro il Bologna. Facile a dirsi, un po’ meno a farsi. In Conference League la Fiorentina ha dimostrato ancora una volta di starci bene. Di sentirsi comoda. Pur in un momento complicatissimo (dove la trasferta di Vienna era temuta perché inserita in un calendario terribile) i ragazzi di Pioli hanno imposto gioco e ritmo, non facendo mai entrare in partita il modestissimo Rapid Vienna.
Appunto, la caratura degli avversari ha lasciato in dote il dubbio per un paio di giorni. Sarà stato merito della crescita della Fiorentina o gli austriaci sono veramente scarsi? Domanda destinata a durare ancora poche ore, sarà il Bologna (orfano di Italiano causa polmonite, in panchina andrà Niccolini) a chiarire le idee a Pioli e a tutto l’ambiente.
Ma le idee tattiche di Pioli sono chiare. Buona base di partenza. Avanti con il doppio play, perché Fagioli non può rimanere fuori in questa squadra e nel corso delle settimane si è riusciti a trovargli un ruolo giusto per caratteristiche e attitudini. Scordatevi invece la doppia punta. Per buona pace di Dzeko e di chi vorrebbe vedere in campo due attaccanti puri come successo a Vienna. La sensazione, dall’esterno, è che Pioli abbia ragione. O meglio. La strada delle due punte è percorribile senza Kean. Quando c’è Moise è giusto andare avanti con lui soltanto a far da riferimento. Semmai c’è da pretendere di più da chi gli girerà intorno. Gudmundsson un paio di segnali li ha lanciati tra nazionale e coppa. E’ atteso ad alzare il livello contro avversari più probanti.
Al Franchi – attesi 20.000 spettatori – sono pronti a tornare tutti quelli rimasti in panchina contro il Rapid. Pioli rilancerà Pongracic e Ranieri in difesa, Dodo e Gosens sulle corsi laterali. Fazzini e Gudmundsson sulla trequarti, oltre a Kean in attacco. Una squadra tutto sommato fresca e riposata

Di
Alessandro Latini