Ore difficili per l’ex presidente della Fiorentina, ricoverato a Roma. Le sue battaglie per tenere Batistuta…
Sono ore difficili per Vittorio Cecchi Gori. Il produttore cinematografico, ex senatore, presidente della Fiorentina dal 1993, anno della morte del padre Mario, al 2002, è ricoverato al policlinico Gemelli di Roma per complicanze polmonari. A riferirlo il suo amico e medico di fiducia, il professore Antonio De Luca, che racconta: «Si tratta di una complicazione dovuta sicuramente al Covid, da cui è guarito. Ora è negativo, ma è stato necessario un ricovero d’urgenza. Attualmente si trova nel reparto Solventi, dove di solito viene ricoverato anche il Papa. È sotto osservazione. Ha avuto il Coronavirus, nonostante le tre dosi di vaccino. Nei giorni scorsi ha avuto un’improvvisa insufficienza respiratoria, così è stato ricoverato d’urgenza». Così scrive La Nazione.
CONDIZIONI. Vittorio Cecchi Gori, che ha 79 anni, è da tempo agli arresti domiciliari, dopo la condanna a otto anni per bancarotta fraudolenta e altri reati finanziari. In serata persone vicine a Cecchi Gori lo hanno contattato per telefono e hanno detto che sta benino: sembra che il peggio sia ormai passato e la fase acuta sia alle spalle, anche se con i postumi del Covid non si scherza. L’ex produttore, peraltro, non più tardi di quattro anni fa, era stato ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma in condizioni gravi, ma stabili per un problema cerebrovascolare, in seguito ad un’ischemia cerebrale. Un’ulteriore motivo di preoccupazione.
DA BATI A VLAHOVIC. La notizia del ricovero dell’ex presidente viola arriva nelle ore calde della prossima cessione di Vlahovic alla Juventus. Torna alla mente in queste ore, la lunga battaglia che VCG ingaggiò con procuratori e avversari per far restare alla Fiorentina, Gabriel Omar Batistuta, uno degli attaccanti più forti di sempre. Alla balaustra della tribuna d’onore del Franchi, dove Vittorio ogni tanto saltava in preda al furore agonistico, fece appendere lo striscione con scritto “Batistuta è incedibile“ firmato “Il presidente“, un gesto più da ultras che da dirigente. La fine, però, era dietro l’angolo e Bati, quando ormai le casse viola erano vuote, concluse la carriera alla Roma, dove peraltro fece in tempo a vincere lo scudetto nel 2001.
Di
Redazione LaViola.it